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Lorenzo Barone, una pedalata in solitaria in Siberia fino a trovare … l’amore

LORENZO BARONE

Lorenzo Barone | Facebook

Annalisa Teggi - pubblicato il 11/01/21

Oltre 2 mila Km da solo sulla strada più fredda del mondo, questa era la sfida in bici di Lorenzo Barone. Ma proprio tra i ghiacci della Siberia l'imprevisto: ha trovato la donna della sua vita e si sposeranno.

Doveva essere un’impresa estrema di pochi mesi. È diventata l’avventura della vita … che ancora non finisce. Da un anno Lorenzo Barone, giovane umbro originario di San Gemini, si trova in Siberia: il suo talento è pedalare in solitaria, la sfida era farlo sulla strada più fredda del mondo.

A quanto pare, una sfida ancora più estrema lo ha catturato: il matrimonio.


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Bici, amore e quarantena

Tra il gennaio e il marzo del 2020 Lorenzo ha macinato più di 2000 km con la sua bicicletta lungo un tragitto dalle temperature rigidissime: un viaggio attraverso la maestosa solitudine della Siberia tra i -20° e i -50°. I suoi 22 anni gli danno la tempra, l’energia e il giusto pizzico di follia per affrontare uno sforzo fisico ed emotivo del genere. Poi, proprio alla fine del tragitto, è arrivato l’imprevisto: il 9 marzo in un villaggio della Russia più sperduta ha incontrato l’anima gemella, una ragazza di nome Aygul.

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L’altra variabile imprevista, ma molto favorevole per la coppia, è stato l’arrivo della pandemia. Lorenzo ha trascorso la quarantena nel villaggio di Aygul. Il legame con questa ragazza si è approfondito al punto che ieri hanno annunciato che si sposeranno. Da vero avventuriero, non è stato schiavo del progetto che aveva stabilito a priori: all’incrocio inaspettato ha saputo svoltare.

E a un anno di distanza è ancora in Siberia, a dicembre ha intrapreso una nuova sfida: 2700 km da pedalare lungo la strada che arriva più a Nord.

Dopo avere superato qualche problematica dovuta alla rottura di una camera d’aria della bici, a causa delle basse temperature, con meno 51 gradi alla partenza, il giovane ha lasciato Yakutsk, nella repubblica della Yakutia, per affrontare un nuovo viaggio nel ‘grande freddo’, sempre in sella alle due ruote, stavolta lungo la strada più a nord del mondo. (da Ansa)

Solo e al freddo sulla strada

Ma chi glielo fa fare? È questa la domanda spontanea che forse viene a molti. La determinazione che Lorenzo Barone dimostra, ad appena 22 anni, non è da tutti, anzi è di pochi. Quei pochi che, come Ulisse, sentono il bisogno della sfida solitaria con il mistero che regge il mondo. Non so se lui userebbe la parola “mistero”, ma

tra i ghiacci mi fa intuire che le sue imprese abbiano anche una componente spirituale. Dell’anima che si confronta con le domande che si porta dentro, intendo.

Sono anche quei pochi che arrivano a rischiare più del dovuto, come Daniele Nardi che morì sulla terribile via Mummery del Nanga Parbat. Allora ci interrogammo sul perché un padre di famiglia anteponesse un’impresa mortale ai suoi affetti. Ora siamo di fronte a un ragazzo che – paradossalmente – era solo sulla strada più fredda al mondo e ha trovato l’amore. Una corsa in solitaria che è approdata a un abbraccio.

Lorenzo Barone ha già compiuto altre imprese ardue con la sua bicicletta, dall’ Himalaya al Sahara. È allenato. Imprese di questo tipo richiedono una enorme preparazione fisica, mentale ed emotiva. Non sono improvvisate, non sono istintive. Scrive Barone su Instagram:

Non sono qui per soffrire, sono qui per sentirmi vivo. Quando a 18 anni partii per il mio primo viaggio in bicicletta di 3 mesi, capii subito che con le comodità di casa non mi ero mai sentito realmente vivo… Per sentirmi vivo dovevo lasciarmi tutto alle spalle e vivere all’aperto, sentire il caldo e il freddo, bagnarmi sotto la pioggia e avanzare contro il vento, provare la fatica e cercare di cavarmela di fronte a qualsiasi situazione, il tutto con pochi soldi. Successivamente a 19 anni nel 2016 dopo migliaia di chilometri già pedalati, sentii il bisogno di “andare oltre” così partendo da casa in bici e fermandomi a fare il giocoliere per le città della Germania per guadagnare qualche soldo, raggiunsi capo Nord in inverno passando dalla Svezia e tornando dalla Finlandia, in un lungo viaggio di 8 mesi… Era il viaggio che tutti mi avevano sconsigliato, con temperature minime di -30°C e un mese senza vedere il sorgere del sole, era proprio quello il viaggio che mi aveva cambiato, il viaggio che mi aveva fatto sentire vivo, felice, euforico, deciso, un po’ matto, a volte impaurito, ma determinato… Tutte sensazioni che dal divano di casa non avrei mai provato, ecco perché continuo a spingere i miei limiti un po’ più in là, ecco perché sono venuto in Siberia, in questo breve periodo chiamato “vita” io voglio realmente vivere.

Si sente che c’è dentro qualcosa che spinge. E anche se si definiscono «imprese in solitaria», chi le compie ne è all’altezza proprio perché vive una solitudine benedetta che è l’esatto contrario dell’isolamento. C’è un Tu dentro le giornate di chi scala, pedala, corre e cammina oltre i limiti. Che sia riconosciuto o meno, essere soli con quel Tu significa sprofondare nella realtà, non desiderare altro che quell’intensità di vita che lo stesso San Paolo paragonò a una corsa (e resta un discorso vero anche per chi non dà al traguardo il nome di Dio):

dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la mèta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù. (Filippesi 3,13)

L’amore dietro l’angolo

“Ma non mi dà fastidio essere isolato – dice -. Viaggiare in ambienti estremi è quello che amo fare, ciò che mi fa sentire vivo. Ce la metterò tutta per tentare di realizzare anche questo sogno per poi magari portare finalmente Aygul con me in Italia”. (da Ansa)

La differenza tra isolamento e solitudine è proprio nella disponibilità all’incontro. Lorenzo va in bici da solo, ma non direi che è una persona isolata. Solitudine non è il contrario di compagnia, è una predisposizione di apertura alla realtà in cui lo stupore per ogni presenza è parte rilevante. E nel momento in cui un incontro imprevisto si è parato di fronte a lui, Lorenzo non lo ha evitato. Non ha continuato per la sua strada, ha cambiato strada.


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Cammina cammina è la frase delle fiabe che ci prepara all’imprevisto. Vale anche su due ruote. Pedala pedala, Lorenzo ha incontrato una ragazza di nome Aygul in un villaggio della Yakutia. C’è chi, come me, ignorava fino a questo momento che esistesse un paese con questo nome nella Russia più sperduta, c’è chi sta esultando grazie alle reminiscenze di Risiko. Ma allora esiste davvero? Sì!.

“Ho conosciuto Aygul il  24 marzo quando ero sul lago Baikal ovvero a 3.000 km da dove sono attualmente e con lei ho camminato per 120 km sul lago ghiacciato trainando due slittini di legno, poi quando è arrivata l’allerta per via del virus è stato prolungato automaticamente il mio soggiorno legale in Russia ed ero con lei (che  doveva tornare a casa) così ho deciso di prendere un volo per venire qui dove abita e adesso viviamo insieme dal 9 aprile, ho lasciato la bici e l’equipaggiamento da una famiglia conosciuta in un villaggio sul lago Baikal  e quando sarà possibile tornerò a prendere tutto per tornare in Italia.” (da Terni in rete)

C’è senz’altro qualcosa di molto simbolico nell’immagine di un giovanissimo ragazzo che aveva pianificato un viaggio in solitaria tra i ghiacci e in un angolo remoto del mondo ha finito per innamorarsi. Ha il sapore di una conquista non pianificata, di un destino che anziché portarti lontano ti porta a casa.

Ieri, dal suo profilo Facebook, Lorenzo Barone ha annunciato che sposerà Aygul. Lo vedi, allora, che è proprio un avventuriero? Li si riconosce proprio dalla capacità di dire alle imprese estreme. Forse stare a – 50° gli ha dato alla testa, forse la solitudine e il freddo hanno maturato il suo cuore. Di certo non è notizia di poco conto constatare che un ragazzo di 22 anni, con una carriera sportiva tutta calibrata su se stesso, ha scelto il matrimonio. Non una convivenza, non una relazione a distanza (… e che distanza, Umbria – Yakutia), non un «proviamo, e poi vediamo», ma proprio la pedalata più azzardata che esista … in tandem per sempre.

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