Non ho paura del futuro perché il passato custodito mi sostiene, mi tiene in piedi, mi rallegra. Qualunque cosa accada, credo di poter dire di aver vissuto, e perfino gli errori abbelliscono la mia povertà
Questa notte, come tutte le notti, ha qualcosa di magico che spaventa e al contempo commuove. La notte con le sue ombre inquieta. Raccoglie la luce di tutta una giornata, e custodisce ciò che è stato vissuto come qualcosa di sacro.
Nella notte Dio mi parla in sogno. E la stanchezza mi invita a riposare. Nella notte nasce un Bambino in una stalla, a Betlemme, e ben pochi capiscono cosa stia accadendo.
È solo una notte, la fine di un giorno, l’inizio di quello successivo, e la vita va avanti nello stesso modo.
Non voglio dimenticare
Sono così abituato a voltare pagina, a dimenticare quello che vivo man mano che passa e lo custodisco nell’anima…
È come se il sonno smettesse di delineare i contorni di ciò che è stato amato, offerto, vissuto. Mi fa paura l’idea di vivere voltando pagine e lasciando che tutte si consumino in un fuoco strano pieno di oblio.
Vorrei essere un maestro per tirar fuori dal pozzo del ricordo ondate di saggezza, ma so che quello che vivo non è mai invano.
Mi importa di vivere amando per incidere dentro di me le esperienze più profonde, quelle che mi hanno dato la vita, per non dimenticarle mai.
Vale la pena di vivere, amare, sentire. Vale la pena di scrivere una storia santa, degna di essere ricordata.