Marshall McLuhan credeva che nel suo lavoro non si dovesse menzionare il cristianesimo, e che fosse “sufficiente che si sappia che chi opera è cristiano”
Il 31 dicembre si sono celebrati i 40 anni dalla morte di Marshall McLuhan, teorico della comunicazione canadese considerato una sorta di Charles Darwin per gli studi sull’impatto dei mezzi di comunicazione sulle persone.
Al mondo non c’è percorso universitario sulla comunicazione che non contempli tra gli autori di riferimento l’ideatore di uno degli assiomi più importanti e al contempo ignorati: il mezzo è il messaggio.
Con il suo stile del tutto eterodosso per la letteratura teorica classica, usando molteplici risorse tipografiche e iconografiche, McLuhan spiegava che i mezzi di comunicazione e le loro forme sono decisivi quanto il messaggio che comunicano.
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Anche se non è arrivato a viverle, in base alle sue riflessioni le reti sociali rappresenterebbero un messaggio forte e influente sul pubblico indipendentemente dal loro contenuto.
Per corroborare il suo punto di vista, basta chiedere a chiunque quanto tempo ha navigato sulle reti sociali nell’ultima settimana e chiedergli quali contenuti vi ha consumato.
La routine di consumo della rete sociale trasforma più l’uomo che i contenuti che consuma nelle reti.
Il suo arrivo al cattolicesimo
Anche se è oggetto di discussione e perfino motivo di riflessione accademica, lo stesso McLuhan intendeva il su lavoro come il risultato della riflessione di un cattolico.
Convertitosi a 26 anni, in un’occasione spiegò che venne introdotto alla Chiesa dalla lettura, tra gli altri, di Chesterton, Dawson e Maritain.
Una volta riferì che un amico gli aveva detto che visto che non credeva più in Cristo era bene che chiedesse a Dio Padre di mostrargli il cammino. E così fece. Non aveva problemi, diceva. Non aveva fede, ma non aveva problemi. Dopo quella preghiera quasi priva di intenzione, però, ricevette un segno.
“Stavo discutendo di religione con un gruppo di studenti una sera nel Wisconsin, e uno di loro mi chiese: ‘Perché non è cattolico?’ Io tacqui perché non lo sapevo. Fino a quel momento non mi era mai venuto in mente che avrei potuto diventare cattolico. Ma venni rapidamente conquistato. Mi convertii in pochi giorni”.