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La strage degli innocenti continua, quando finirà?

INNOCENT SAINTS

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Don Fortunato Di Noto - pubblicato il 28/12/20

Vieni in nostro aiuto Signore, vieni. Liberaci dai nemici, difendici dagli aggressori. Insidiano, tramano, trafficano, rapiscono, uccidono, abusano. Annientano da corrotti famelici senza cuore, inumani e disumani sono contro i tuoi piccoli, i tuoi prediletti.

I tuoi ‘pargoletti’ che con i loro lamenti di dolore dovrebbero stordire i benpensanti, e denunciano la nefandezza del male.
Innocenti.
Gli Erodi li rifiutiamo e rinneghiamo ogni forma di violenza. Non li vogliamo questi empi Erodi. Ma ci sono e ci siete e nessuna ragione culturale, sociologica, antropologica, filosofica può farli accettare e tollerare.

Un male nefando e oscuro; e il male resta un mistero, lo sappiamo, sia che si tratti del male spirituale, cioè il peccato, e il peccato genera, è morte, sia che si tratti dei tanti mali fisici e morali, che affliggono l’esistenza umana, per il cui lenimento e per la cui guarigione la gente si accalca, fiduciosa, intorno a Gesù (cf Mc 1,32-34; 6,53-56; Mt 4,24).

C’è un male scelto, voluto, desiderato, strutturato, criminale che non risparmia neanche i piccoli, gli indifesi, coloro che per la loro impossibilità e capacità – di fatti impossibilitati – non chiederanno mai aiuto, immaginate i neonati. L’impegno è contrastare il male con il bene, perché tanto bene è in opera.
Dobbiamo saper vedere, scorgere la loro presenza, quella dei piccoli, non utilizzare i piccoli, quindi servircene, ma servire i piccoli. Alta vocazione della Chiesa e di qualunque società umana. Non sempre, non sempre è così.

Proteggere, custodire e continuare a proteggere e custodire, come Giuseppe, il padre di Gesù. Che scelta di fede e di umanità. Un bambino amorevolmente accudito, difeso, protetto e amato è speranza per tutti, per oggi e per domani. Difendere le madri e i loro bambini è alta vocazione di tutti i Giuseppe del mondo, dei padri. Di anche noi padri e pastori nella fede.

Papa Francesco ce lo ricorda nell’anno dedicato a S. Giuseppe: “Dobbiamo sempre domandarci se stiamo proteggendo con tutte le nostre forze Gesù e Maria, che misteriosamente sono affidati alla nostra responsabilità, alla nostra cura, alla nostra custodia. Il Figlio dell’Onnipotente viene nel mondo assumendo una condizione di grande debolezza. Si fa bisognoso di Giuseppe per essere difeso, protetto, accudito, cresciuto. Dio si fida di quest’uomo, così come fa Maria, che in Giuseppe trova colui che non solo vuole salvarle la vita, ma che provvederà sempre a lei e al Bambino. In questo senso San Giuseppe non può non essere il Custode della Chiesa, perché la Chiesa è il prolungamento del Corpo di Cristo nella storia, e nello stesso tempo nella maternità della Chiesa è adombrata la maternità di Maria.[23] Giuseppe, continuando a proteggere la Chiesa, continua a proteggere il Bambino e sua madre, e anche noi amando la Chiesa continuiamo ad amare il Bambino e sua madre” (Patris corde, n. 5).

È vero che in Gv 12,31 satana è chiamato “principe di questo mondo”, che domina con il male. La lotta è dura, ma senza paura perché niente e nessuno ci separerà da Te che hai vinto la morte e hai annunciato, con la vita, un Regno di giustizia e di pace.

Non ti chiediamo Signore di ucciderli questi aggressori, ma di annientarli con la Tua forza e a noi donaci la forza di un bufalo e rendici consapevoli e audaci di continuare la missione affidata da Gesù ai discepoli e alla chiesa nel corso della storia: “Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino” (Mt 10,7).

La strage degli innocenti è vero, continua ed è intollerabile, mai condivisibile. Una strage che scuote le coscienze di chi ama la vita e la vuole proteggere fin dal suo concepimento. Quei bambini di Giudea non sono solo un ricordo, sono impegno a operare di più per ogni piccolo, prediletto del Signore.

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