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Prendersi cura gli uni degli altri è la più grande prova d’amore in questo Natale

CHRISTMAS

DisobeyArt | Shutterstock

Octavio Messias - pubblicato il 23/12/20

In un periodo critico per la pandemia, proteggersi a vicenda è più importante dei pasti festivi condivisi

“Ah, ma è solo una piccola uscita”, o “Facciamo giusto quattro passi”… Sono frasi che molti si sono detti da quando sono state allentate le restrizioni al distanziamento sociale, ma in questo modo i casi di contagio da coronavirus sono aumentati. In molti luoghi si teme che le feste di Natale portino a un nuovo picco.

Tutto il mondo è paese: il Covid in Brasile

Il tema è stato affrontato nel dibattito E agora, Brasil?, svoltosi la settimana scorsa con la partecipazione di autorità come il medico Drauzio Varella, l’economista Monica de Bolle e la pneumologa e ricercatrice di Fiocruz Margareth Dalcomo.

“Quello che porterà a una seconda ondata in Brasile sono le feste di Natale e della fine dell’anno. Avremo il gennaio più triste della nostra storia perché abbiamo fallito nel promuovere una coscienza civica circa la gravità di quello che stiamo vivendo”, ha detto la Dalcomo.

Drauzio Varella ha criticato dal canto suo il negazionismo: “Penso che purtroppo molte perosne moriranno per le feste di fine anno, nell’illusione che ora abbiamo un vaccino e il problema è superato”.

Come ha affermato la Dalcomo, la mancanza di coscienza civica riflette la fragilità come società che non riesce a rinunciare a certi piaceri individuali per preservare la vita di tutti.

Per questo, in occasione delle feste bisogna far prevalere ragione e coscienza. Non vale la pena di mettere a rischio la vita di quelli che amiamo per qualche ora facendo come se il virus non esistesse, mentre continua a diffondersi, potendo contagiare anche i nostri familiari.

Non vale la pena di correre un rischio tanto elevato.

Oltre a questo, al giorno d’oggi esistono varie piattaforme che permettono di parlare e interagire con gli altri in tempo reale. Non è certo l’ideale, ma è il modo migliore per preservare la vita dei nostri familiari, soprattutto dei più anziani.

“Mi dispiace”, ha detto la Dalcomo, “non si può fare la festa di Natale. Si possono riunire al massimo sei o sette persone, esponendo i nostri cari a un rischio che non si meritano. E non ci sarà veglione, per essere vivi per quelli che verranno”.

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