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Per Natale, dovete realizzare una terapia del cuore?

THERAPY

Shutterstock | fizkes

Orfa Astorga - pubblicato il 23/12/20

Dialoghi di consultorio in cui si esorta a realizzare una terapia dell'anima. Ancor più a Natale

Nel nostro consultorio, mi sono occupata di casi di persone che si sono allontanate artificialmente dagli altri e che, mostrando i propri sentimenti rispetto a quelle che dovrebbero essere persone vicine e care, lo fanno riferendosi a loro come se si trattasse di estranei, con espressioni come “questo signore” o “questa gente”. E facendolo assumono la propria solitudine.

Ecco una di queste storie:

“In quest’epoca di Natale, ho deciso di non accettare l’invito a partecipare a una riunione virtuale con i familiari, che si svolgerà tra qualche giorno. Lo faccio perché non mi vengono quasi a trovare, e ora mi hanno cercato solo per sentimentalismo”. Così diceva la signora che mi ha consultato, vedova e benestante sui settant’anni.

“Mi fa male, ma sono disposta a sopportarlo”, ha affermato con una certa arroganza. Poi ho ascoltato la sua lunga storia, piena di giudizi negativi sui suoi familiari.

“Lei li ha cercati?”, le ho chiesto interrompendola.

“No, perché sono state queste persone a evitarmi”, è stata la sua risposta secca.

“Perché allora ha richiesto una consulenza?”, le ho chiesto con più tatto.

“Ho bisogno di una forma di aiuto, perché non riesco a concentrarmi sulle pratiche religiose proprie di questo periodo, e inoltre certe pastiglie che mi hanno prescritto non evitano che mi senta depressa”.

Terapia dell’anima

“Beh, questo spiega il fatto che la sua depressione non sia di origine organica ma spirituale, e su questo dobbiamo basare una ‘terapia dell’anima’”, le ho spiegato.

“Mi dica in cosa consiste questa strana terapia”, mi ha detto con lo sguardo inquisitore di rifiuta la possibilità di ascoltare la verità su se stessa detta da altri.

“Si tratta di certe realtà che, ammettendole, faranno sì che la sua intelligenza, la sua volontà e soprattutto la libertà del suo cuore si riorientino”, ho proposto. “Il termine ‘religione’ rimanda a ri-legarsi, ovvero a unirsi sempre più con Dio in base alle verità di tutto ciò che è stato creato e rivelato da Lui, giusto?”

“Ovviamente”, ha affermato categorica.

“Significa che per riuscirci dobbiamo riconoscere che non siamo una nostra invenzione, e di conseguenza non dobbiamo pensare di poter essere come ci pare, ma obbedire, per così dire, in modo libero e intelligente al manuale del fabbricante, che ci ha creati per amore e per l’amore per evitare il male ed essere felici”.

“Capisco cosa intende, e sono d’accordo”.

Il male

“In questo manuale, Dio ci ha creati senza il male, per cui bisogna provocarlo e accettarlo, aprendogli la porta della nostra intimità, per cui la base di ogni male morale è nel cuore umano. E quando capita questo, la persona non si accetta come tale e com’è chiamata ad essere nei confronti del suo creatore, e quindi non risponde al suo progetto”.

“Mi sta dicendo che sono io la cattiva e quella che rifiuta?”, ha chiesto.

“Se il male non fosse prima nell’intimità umana non potrebbe poi manifestarsi nell’intelligenza e nella volontà richieste per criticare, giudicare negativamente e perfino disprezzare e mettersi contro le persone”.

“Via, dura e diretta! E questa si chiama terapia!”, ha detto muovendo la testa.

“Mi esprimo con fiducia, perché penso che lei abbia un buon cuore e quindi comprenda che questo tipo di male si adatta molto bene al fatto di non accettare gli altri come sono, con difetti e limitazioni, ma anche con qualità e virtù. Quello che cerco di far vedere è che il male morale lede più di quello fisico, perché ferisce dentro sia chi disprezza che chi viene disprezzato, e lei ha una bacchetta magica per farlo scomparire”.

La pace dell’anima

È così, perché come non si può disprezzare nessuno, a meno che ci si accetti come chi disprezza, la situazione si può cambiare se si riconosce che i difetti degli altri e anche gli errori che hanno commesso nei nostri confronti non tolgono assolutamente nulla alla propria libertà e pace interiore, come fortezze inespugnabili per vivere di fronte a Dio. E da quelle fortezze, essere misericordiosi… è nel manuale divino di cui parliamo.

Le ho poi chiesto dei suoi figli e delle loro famiglie, e la conversazione ha preso toni ameni e gentili, per poi congedarci.

Qualche giorno dopo mi ha telefonato e mi ha detto:

“Ho deciso di partecipare alla riunione virtuale, e non avrò più bisogno delle pastiglie, grazie mille”.

Il male dell’intelligenza si prende giocando in modo contrario a come sono in realtà le persone, e il male della volontà non volendo riconoscere il bene della loro esistenza. E questo è possibile solo con il male nel cuore della persona stessa.

Consultateci scrivendo a consultorio@aleteia.org

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