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I cristiani subiscono un “genocidio calcolato” in Nigeria, afferma un vescovo

BOKO HARAM

Audu Marte | AFP

Francisco Vêneto - pubblicato il 23/12/20

L'ACNUR, l'agenzia di rifugiati dell'ONU, stima in oltre 2 milioni il totale degli sfollati interni nel Paese africano

I cristiani subiscono un “genocidio calcolato” in Nigeria, afferma il vescovo di Gboko, monsignor William Avenya. Il presule lo ha denunciato al Congresso nigeriano il 17 dicembre, sottolineando che il mondo non può più ignorare il “genocidio” che i cristiani del Paese stanno subendo.

L’udienza con i parlamentari ha affrontato il tema “Conflitti e Omicidi nella Fascia Media della Nigeria”, una regione della zona centrale del Paese in cui i fanatici islamici hanno attaccato villaggi a maggioranza cristiana con una brutalità crescente. La violenza è tale che “rispetta i criteri per essere definita un genocidio calcolato in base alla Convenzione sul Genocidio”, ha denunciato monsignor Avenya.

Il vescovo ha descritto la regione come “una valle di lacrime in cui le sepolture di massa sono diventate comuni”.

I dati dell’International Crisis Group indicano una media superiore a 2.000 morti all’anno tra il 2011 e il 2016 nella zona della Fascia Media. Solo nel 2020, nella regione si sono verificati 600 omicidi legati alla persecuzione contro i cristiani.

Boko Haram, Fulani e Iswap

Gli attacchi vengono perpetrati principalmente dai militanti Fulani e da gruppi terroristici come il sanguinario Iswap (sigla in inglese per Stato Islamico della Provincia dell’Africa Occidentale). È i nuovo nome adottato dal gruppo jihadista Boko Haram, che ha anche subìto una dissidenza: i terroristi che si sono separati dal gruppo originario ne hanno creato uno nuovo, che continua a presentarsi come Boko Haram.

Quanto ai Fulani, si tratta di pastori nomadi islamici fondamentalisti che attaccano i villaggi cristiani con una violenza paragonabile a quella dei gruppi terroristi. Attualmente sono il principale vettore del conflitto nella Fascia Media. L’episcopato cattolico ha denunciato nel 2017 che i Fulani stavano usando armi sofisticate, il che denota un grado di preparazione premeditato nelle loro incursioni contro chiese e villaggi cristiani.

I cristiani subiscono un “genocidio calcolato”, ma le autorità non agiscono di conseguenza

Le autorità nigeriane, accusate reiteratamente di incompetenza al momento di far fronte allo scenario dei massacri, sostengono che le cause della violenza sono complesse. L’ACNUR, l’agenzia di rifugiati dell’ONU, stima in oltre 2 milioni il totale degli sfollati interni della Nigeria, ma la stessa ONU si mostra poco attiva nel promuovere misure di protezione della popolazione perseguitata e di soluzione delle cause della violenza.

Monsignor Avenya è uno dei vescovi che accusano il Governo della Nigeria del fallimento nel proteggere i cristiani del Paese. Riguardo a un attentato recente in cui più di 100 persone sono state decapitate dai fanatici ha dichiarato:

“Com’è possibile spiegare uno scenario in cui centinaia di persone innocenti e indifese dell’interno del Paese vengono uccise in un unico attacco senza che nessuno dica niente? Sembra che il sistema non solo lo abbia permesso, ma stia anche aiutando a sedimentare le visioni di supremazia di un gruppo religioso sugli altri”.

Oltre alle stragi, la Nigeria soffre per il flagello dei sequestri. In questo mese, Boko Haram si è dichiarato autore del sequestro di massa di più di 300 bambini di una scuola del Nord-Ovest del Paese, quasi allo stesso tempo in cui nel Sud-Est un sacerdote è stato rapito da uomini armati. In entrambi i casi gli ostaggi sono stati liberati – il che non accade sempre, visto che ha provocato costernazione mondiale quest’anno il codardo assassinio di un seminarista che era stato sequestrato insieme a tre compagni di seminario.

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