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Famiglia cattolica pakistana prega per la canonizzazione del figlio martirizzato

Ramesh Bashir, Naz Bano, Bashir Emmanuel

Aid to the Church in Need

Aiuto alla Chiesa che Soffre - pubblicato il 18/12/20

Nel 2016, Akash Bashir è stato ucciso mentre impediva a un attentatore suicida di entrare nella chiesa cattolica di San Giovanni

Naz Bano prega dal 2016 perché ci sia una svolta nel movimento che chiede la santità di suo figlio 20enne, Akash Bashir, ucciso mentre impediva a un attentatore suicida di entrare nell’affollata chiesa di San Giovanni. Almeno 20 persone sono morte e 80 sono rimaste ferite in due attentati esplosivi suicidi che hanno avuto come bersaglio due chiese il 15 marzo 2015 a Youhanabad, il quartiere cristiano di Lahore, capitale della provincia pakistana del Punjab. Padre Francis Gulzar, vicario generale dell’arcidiocesi di Lahore, ha annunciato l’inizio del processo per il riconoscimento della santità di Akash nel primo anniversario dell’attacco terroristico. La madre di Akash ha parlato ad Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) del suo dolore:

Ci siamo trasferiti a Youhanabad nel 2008. Nel novembre 2014 Akash si è unito al gruppo di agenti di sicurezza volontari della nostra chiesa. Tutte le denominazioni stavano reclutando dei giovani a seguito dell’attentato esplosivo contro la chiesa di Ognissanti a Peshawar City, nella provincia settentrionale del Khyber Pakhtunkhwa.

Vedevamo i contestatori che richiedevano giustizia per le vittime dell’attacco alla chiesa di Peshawar. Akash ne parlava con gli amici e ha insistito per tre mesi sul fatto che voleva custodire la chiesa. Era pronto a sacrificare la sua vita se Dio gli avesse dato la possibilità di proteggere altri.

È morto durante la Quaresima. Stavo lavando i panni in casa quando mio figlio è uscito per andare in chiesa quella domenica. Era tutto vestito di bianco. Qualche istante dopo ho sentito degli spari fuori, poi la nostra strada ha rimbombato per le esplosioni. Ricordo le donne che parlavano di minacce di morte ricevute alla scuola della chiesa (anglicana) di Cristo. Gli studenti dicevano di ricevere lettere minatorie e sudari nella posta.

Le strade erano piene di gente. Sentendo la seconda esplosione, sono corsa col mio figlio minore verso la chiesa cattolica. Cercavo Akash tra i ragazzi in piedi vicino al portone della chiesa. Il suo braccio destro era stato quasi strappato via. Non riuscivo a credere ai miei occhi.

I poliziotti in servizio guardavano una partita di cricket della World Cup. Akash doveva controllare i visitatori a una barriera a una certa distanza dalla chiesa, ma ha insistito per stare alla porta del tempio. Le sue ultime parole al terrorista sono state “Morirò ma non ti lascerò entrare in chiesa”. Queste parole sono ora scritte sui manifesti in occasione della commemorazione annuale della sua morte. La quinta è stata cancellata quest’anno per la pandemia di coronavirus.

La Chiesa cattolica ha offerto sostegno alle famiglie dei defunti e ai feriti, e anche altre Chiese e ministri hanno aiutato. Ad aprile i Pakistan Rangers, una forza paramilitare governativa federale responsabile della sicurezza nelle zone più pericolose, ha distribuito 500 pacchi contenenti cibo di base ai cristiani bisognosi e alle famiglie delle vittime dei bombardamenti.

Arsalan, mio figlio 25enne, si è unito alla squadra di sicurezza della chiesa per prendere il posto del fratello. Non lo abbiamo fermato. Non possiamo impedire ai nostri figli di servire la Chiesa. È una loro scelta. Le nostre chiese ora la domenica sono ancora più affollate. Il numero dei volontari per la sicurezza è aumentato. La comunità è diventata più coesa. I chierici visitano spesso le chiese l’uno dell’altro come parte dei programmi interreligiosi.

Non vogliamo lasciare Youhanabad. Amiamo l’atmosfera cristiana nonostante la mancanza di un ospedale governativo e l’assenza di scuole pubbliche.

Varie suore e il nostro parroco ci hanno accompagnati alla tomba di Akash il giorno di Ognissanti. Abbiamo pregato per lui in un gruppo di 20 persone. I familiari di altre vittime delle esplosioni hanno portato dei fiori. L’iter della sua causa di canonizzazione è stato rimandato per via della pandemia, ma un sacerdote salesiano sta scrivendo un libro su di lui.

Ho sentimenti contrastanti passando davanti al memoriale di Akash davanti alla chiesa di San Giovanni. Era una parte del mio cuore. Ma la nostra gioia è più grande del dolore che proviamo. Non è morto di tossicodipendenza o per un incidente. Era un ragazzo semplice che è morto sulla via del Signore e ha salvato il sacerdote e i fedeli. La gente lo ama. Akash è già il nostro santo.

Nella foto, Ramesh Bashir, Naz Bano, Bashir Emmanuel (© ACN)

Questo articolo è stato pubblicato originariamente da Aiuto alla Chiesa che Soffre, ed è ripubblicato in questa sede per gentile concessione. Per conoscere meglio la missione di ACS in aiuto alla Chiesa sofferente, visitate il sito https://acs-italia.org/.

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