Gli abitanti di Guaca, un piccolo paese di pescatori in Venezuela, da settembre iniziano a trovare oro, gioielli e pepite in riva la mare. Per alcuni è un dono divino, per tanti almeno la possibilità di dar da mangiare ai propri bambini.
Il mare regala oro e gioielli ad un villaggio di pescatori
Leggi anche:
I tanti miracoli per intercessione della Madonna delle Grazie
La crisi ha impoverito tutti: niente carburante, niente pesca
Ma prima di tutto, i fatti: siamo a Guaca, villaggio del Venezuela, situato sulla penisola di Paria, scoperta da nel XV secolo da Cristoforo Colombo al suo arrivo nelle nuove Indie. La popolazione viveva tutta per la pesca, attività prospera, fino a qualche anno fa, penalizzata tragicamente dalla crisi economica che ha travolto il paese. La mancanza di carburante impedisce da mesi ai pescatori di spingere le proprie imbarcazioni in mare aperto, al punto che qualcuno ha iniziato ad inoltrarcisi a forza di remi. Manca il lavoro, il poco pesce che si riesce a pescare viene comprato a basso prezzo dal governo. Le famiglie che vivevano tutte del ricavato della pesca sono ora una comunità che tira a campare. Ci si arrabatta in qualche modo per arrivare a sera avendo messo qualcosa in tavola almeno una volta al giorno.
Una mattina di settembre il primo “regalo”, un medaglione con l’immagine di Maria SS
“Era la prima volta che mi accadeva qualcosa di speciale”
La notizia corre tra gli abitanti del villaggio e la speranza diventa una corale caccia all’oro, spesso soddisfatta da altri numerosi ritrovamenti preziosi:
Dalla fine di settembre la ricerca ha portato alla luce centinaia di gioielli in oro e argento, ornamenti e addirittura pepite d’oro. E per molti la circostanza è diventata un segno del destino e un messaggio di speranza.
Nessuno sa da dove provengano i monili, i gioielli e l’oro ma nella zona ci sono molte leggende che riguardano i pirati dei caraibi e i loro tesori leggendari. (Today)
In passato la località e la costa di cui fa parte sono state un trafficato snodo lungo le rotte di pirati e bucanieri, olandesi e francesi. In tempi più recenti fanno da scalo ai trafficanti di droga e petrolio.
Un dono del Cielo o una maledizione?
Questa inattesa fortuna che si è riversata sulle coste di Guaca ha suscitato nelle persone sorpresa e gratitudine ma anche opposte interpretazioni: c’è chi vede in questi ritrovamenti fortuiti un gesto di generosità divina, chi invece una maledizione. L’oro, il denaro e la ricchezza, si sa, godono spesso di cattiva fama per la rapina che riescono a compiere nei cuori umani. Per questa povera gente hanno voluto dire un po’ di ritrovata serenità. La figlia di Yolman è denutrita e da quando il papà ha potuto vendere qualche gioiello mangia di più, ben due volte al giorno, e ha preso un po’ di peso:
Il tesoro ha permesso alla sua famiglia di tornare a mangiare due volte al giorno. La sua figlia più piccola, Thairy Lares di 2 anni, è aumentata di peso nell’ultimo mese, sebbene sia ancora malnutrita. La televisione adesso è sempre accesa e mostra una nazione felice e prospera, un’immagine molto lontana dalla realtà. Oggi il villaggio è tornato alle attività di sempre mentre Lares ha deciso di conservare un paio di orecchini d’oro decorati con una stella: “È l’unica cosa carina che mi rimane”. Ancora oggi gli abitanti di Guaca trovano piccoli oggetti dorati nella sabbia: al tramonto tornano a setacciare la spiaggia per vedere se è rimasto ancora qualcosa: “Se è successo una volta, accadrà di nuovo”. (Ibidem)
Provvidenza e previdenza: con l’oro di oggi penso al domani
La fonte di sostentamento è e resta la pesca e per questo il giovane papà, il primo ad imbattersi nell’oro portato dal mare, ha deciso di investire nei suoi strumenti di lavoro: reti da pesca.
Yolman Lares ha venduto tutti gli oggetti che ha trovato per 125 dollari e ha usato il denaro per rifare le reti che usa per pescare ma anche per riparare il suo televisore e comprare un apparecchio radio usato.
Oro europeo del XX secolo
Le analisi effettuate da esperti sui gioielli rinvenuti hanno stabilito che si tratta di oro e lavorati europei di inizio o al massimo metà del XX secolo. Forse di provenienza belga e britannica. Certo, la curiosità di capire come siano arrivati fino alle rive del villaggio resta e lascia ampio spazio alla fantasia: che siano resti di un naufragio del recente passato? Che davvero qualcuno abbia bonariamente voluto mandare un aiuto terreno con un messaggio dalla firma celeste e che porta scritto “abbiate fiducia, non siete soli”? Siamo vicini al Natale e questo fatto ha un’inevitabile eco con i doni preziosi che riceve Gesù bambino: mancano l’incenso e la mirra ma l’oro che spetta alla Sua regalità è ben rappresentato e arriva a destinatari simili a Lui nella condizione di indigenza ed esclusione.
Niente febbre dell’oro, solo un piccolo raffreddore
Il Padre vostro che è in cielo sa che avete bisogno di tutte queste cose.
33‘Voi invece cercate prima il regno di Dio e fate la sua volontà: tutto il resto Dio ve lo darà in più. 34Perciò, non preoccupatevi troppo per il domani: ci pensa lui, il domani, a portare altre pene. Per ogni giorno basta la sua pena. (dal Vangelo di Matteo)
Leggi anche:
Siamo il tesoro di Gesù, ci affida al Padre chiedendo per noi l’eternità