La splendida testimonianza di Memé Alsina, una donna di 40 anni tetraplegica da quando ne aveva 2, che sa bene cosa significhi vivere e soffrire
Memé Alsina – le piace essere chiamata Memé –, ha 40 anni, è l’ultima di sette figli e vive a Barcellona. Quando aveva appena due anni e mezzo, un virus le ha colpito il midollo spinale. Da quel momento la vita di tutta la famiglia è cambiata.
All’inizio i medici hanno detto ai genitori che non sarebbe sopravvissuta, poi che avrebbe dovuto vivere in ospedale collegata a un respiratore. “I miei genitori non si sono arresi, e hanno continuato a lottare”, dice. La loro bambina è tornata a casa, ma era diventata tetraplegica.
Memé dice che “non è facile avere una bambina di due anni che non cammina e sta piuttosto male”. Ha però frequentato una scuola normale, e poi ha studiato ciò che voleva in un’università pubblica. Ora lavora con il computer, che gestisce con la minima mobilità che ha in uno dei polsi.
“Tutto quello che faccio mi piace, perché non mi propongo quello che non posso fare”
Memé non ha mai giocato a calcio, né ha mai preso parte a una corsa o fatto nuoto, ma è stata una bambina come qualsiasi altra. Ha avuto dieci anni, è stata adolescente, e poi universitaria…
“È vero che ci sono cose che non ho potuto fare, ma visto che so che non le posso fare non le pongo nemmeno all’orizzonte. So che non farò una cosa o che non salirò su una montagna, e quindi non mi attira. Tutto quello che faccio mi piace, perché non mi propongo quello che non posso fare”.
“Non posso neanche partecipare a una finale di Champions, né comprarmi una Ferrari… e questo non mi rende infelice”.
Memé riesce a capirlo molto meglio di molte altre persone. “Mi piace molto una frase di Santa Teresina: ‘Nella vita bisogna scegliere tutto’. Ed è così. La vita va scelta, nel bene e nel male. Si gioisce per il male e si soffre per il bene… ma insegna”.
Memé lavora in una libreria di Barcellona, vive con i genitori e la sua casa è come tutte le altre. La mamma la aiuta a mangiare e la portano nella sua stanza quando ne ha bisogno. E tutti vivono la cosa in modo naturale.

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