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Utero in affitto: perché accettiamo che la donna venga ancora sfruttata?

SURROGACY,
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Padre Maurizio Patriciello - pubblicato il 11/12/20
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Padre Maurizio Patriciello: un figlio, per quanto desiderato, non è mai un diritto.Che strani modi di ragionare. Se una donna, per fame, in Italia, accetta di lavorare per un caporale, in campagna, per tre euro all’ora, tutti, giustamente, ci scandalizziamo e ci scagliamo contro il caporale e a favore della povera donna sfruttata.

A nessuno viene in mente di dire che è giusto perché quella donna ha fame.

L’utero in affitto sfrutta la povertà delle donne

Viceversa, se in India, in Ucraina o in uno dei tanti Paesi poveri del mondo una donna accetta, per fame, di essere usata come una incubatrice e di mettere al mondo un figlio per poi venderlo a una coppia di ricchi committenti, allora, la falsa pietà fa dire alle stesse persone che in fondo la cosa può essere accettata.

Perché?

Perché la donna povera, grazie a questa ignobile compravendita, ha mangiato.

Utero in affitto: perché non ci impegniamo per la liberazione della donna?

Così, invece di impegnarci seriamente per la liberazione della donna, accettiamo che venga ancora e sempre sfruttata.



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Che campioni di coerenza!

Senza parlare poi del bambino che da persona è stato ridotto a oggetto.

Capisco il dolore di chi non può avere un figlio. Come capisco il dolore dei genitori che hanno perso un figlio. O di quelli costretti ad andare a trovarli in carcere o in ospedale.

Un figlio non è mai un diritto

Va detto, però, che un figlio per quanto desiderato non è un diritto.

Occorre fare di tutto perché nessuno abbia a soffrire.

Ma a nessuno è dato di lenire la propria sofferenza umiliando e comprando la fame delle donne povere e portandosi a casa un bambino che, per quanto accolto, amato e coccolato non sarà mai suo figlio.

Tutt’altra cosa, naturalmente, è il dono immenso dell’adozione.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA PADRE MAURIZIO PATRICIELLO