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Castellitto, il “Natale in casa Cupiello”, e quella voglia di presepe…

SERGIO CASTELLITTO

© Denis Makarenko/Shutterstock

SERGIO CASTELLITTO;

Lucandrea Massaro - pubblicato il 09/12/20

L'attore torna in tv con un progetto che è un omaggio al grande Eduardo De Filippo e in quel presepe, ritrova il senso della famiglia

Sergio Castellitto racconta la sua esperienza e il suo rapporto con il Natale e il Presepe dopo aver girato  Natale in casa Cupiello, il film Tv diretto da Edoardo De Angelis e tratto dal capolavoro di Eduardo De Filippo che Rai 1 ripropone in prima in prima serata il 22 dicembre, in occasione del 120° anniversario della nascita del grande drammaturgo napoletano. «In un Natale che non dimenticheremo mai più, – dice Castellitto a Famiglia Cristiana in edicola giovedì 10 dicembre – la commedia di Eduardo restituisce a questo evento il suo significato più profondo: non solo un periodo di feste, spesso accompagnato dal consumismo più sfrenato, ma un luogo dello spirito».

Il senso della famiglia ritrovato nel presepe…

A differenza di Tommasino, il figlio del protagonista don Luca interpretato da Castellitto che ripete sempre «Nun me piace ’o presepe”», all’attore questa tradizione piace: «Lo facevo da bambino e quando i miei figli erano più piccoli. Proprio ieri sono andato in cantina a recuperare le vecchie statuine di terracotta. Girare questo film mi ha fatto venir voglia di rifarlo ancora una volta».

…e quello popolare del Natale

C’è un’altra battuta di don Luca divenuta proverbiale: «A Natale bisogna mangiare!». «Sono assolutamente d’accordo con lui», commenta Castellitto, «perché a Natale mangiano tutti: non solo i ricchi, ma anche i poveri. Don Luca vuole dire che a Natale bisogna nutrirsi e nutrire l’altro. Se c’è un aspetto positivo in questa tragedia è di averci permesso di riscoprire l’essenza di tutto questo. Io non so se saremo più buoni in futuro, anzi, ne dubito. Ma credo che la distanza forzata ci farà sentire più vicini».


SERGIO CASTELLITTO

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La speranza della ripresa quanto prima

Un augurio, infine, per il futuro: «Io spero con tutto il cuore che i cinema, come i teatri e i musei, possano riaprire al più presto. Sono luoghi sicuri in cui si nutre l’anima delle persone. Con le sale al buio si spegne anche la luce dell’immaginazione e del desiderio. Anche in quest’ottica, credo che Natale in casa Cupiello sarà percepito da milioni di italiani come un vero dono».

Un classico della commedia napoletana

A noi non resta che ridere e piangere di nuovo, ritrovando la storia di don Luca Cupiello, ambientata nella Napoli degli anni ’50. Mentre fuori nevica, lui a casa è impegnato come ogni anno a fare il presepe più bello del quartiere, anche se a nessuno interessa: non allo sfaccendato figlio Tommasino, non al fratello approfittatore Pasquale e nemmeno alla moglie Concetta, preoccupata perché la figlia Ninuccia ha deciso di lasciare il ricco marito Nicolino per l’uomo che ha sempre amato, Vittorio.

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