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Pietro e Teresa, l’amore vero ed eterno di due ragazzi qualunque

LETTERE VERO AMORE

Ancora editrice

Pietro Pizzicannella e Teresa Ducci

Annalisa Teggi - pubblicato il 07/12/20

Nelle lettere di due giovani fidanzati di Genzano un'esperienza di fede profonda e incarnata: "Mi porterai lassù dove meglio si respira, dove meglio si impara, dove più sicuramente si può sperare sulla bontà di Dio"

Non si dovrebbe mai usare la parola «amore» per parlare d’amore. E si riesce poi a parlare d’amore?

Se l’astratto è sempre un ripiego che smorza la forza di un’intuizione, nel caso dell’amore parlare in astratto è tradirlo. Quando amiamo siamo nel mondo delle presenze, non si scappa. Perciò l’amico Walter Muto è stato molto coraggioso nell’intitolare Lettere di amore vero la sua ultima pubblicazione edita da Ancora. Non solo amore, ma amore vero. Ma siamo sicuri?

Così umani, così (apparentemente) lontani

L’ho letto d’un fiato, in tre sere. E alla fine ho capito perché il titolo è azzeccato: quando l’esperienza incontra il Vero, la somma non è l’astratto ma l’ideale. L’amore vero può essere un ideale oggi? O è solo una bella etichetta da usare a scopo commerciale per adescare gli animi?


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La risposta ci introduce ai protagonisti del libro, che mai nella loro vita si sarebbero sognati di diventare influencer su faccende di cuore. Motivo per cui sono più attendibili, sinceri e autorevoli di molti presunti esperti di matrimonio, relazioni affettive, psicologia emotiva. Nel testo è ricostruito e raccontato il carteggio tra Pietro Pizzicannella e Teresa Ducci. Questi due giovani di Genzano si sono scritti ben 432 lettere durante i 5 anni del loro fidanzamento, dal 1928 al 1933. Un altro mondo, quasi un’altra galassia.

Uno dei loro figli, Giovanni, divenuto frate, trascorse molto  tempo a  sistemare il carteggio dei genitori, ritendendolo un ottimo strumento per aiutare le giovani coppie nel cammino verso il matrimonio. Walter Muto ha completato l’opera, cucendo una cornice narrativa attorno a questa storia d’amore. Cos’hanno Pietro e Teresa di così speciale? Niente. E niente vuol dire: niente super poteri, niente accadimenti clamorosi, niente luci della ribalta.

Ma non è forse proprio la forza dell’amore quella che sola sa strappare all’apparente nulla/niente dei frammenti di vita che meritano uno sguardo straordinario?

Non amate tanto di far cose singolari, ma procurate di fare in una maniera singolarmente perfetta quello che comunemente si fa da qualunque buona figliuola. – Beata Bartolomea Capitanio
GENZANO, ROMA
Ancora Editrice

Questa citazione è l’augurio che Pietro scrive a Teresa nel momento in cui sembra che lei rifiuti definitivamente il suo corteggiamento. Ed è la chiave di tutto.

Un matrimonio breve, ma eterno

Genzano, tutto accade nella provincia di Roma. L’idolo di essere al centro del mondo ci attanaglia, sembra sempre una delusione ritrovarsi in secondo piano in una foto. La storia di Pietro e Teresa è straordinaria proprio già nella sua geografia, sono un po’ defilati dalla grande città. E se riassumiamo la cronaca della loro vita insieme, ne salta fuori un ritratto normale, forse un po’ triste: si fidanzano nel 1928, si sposano nel 1933, nascono 5 figli e poi prematuramente all’età di 36 anni Teresa muore, nel 1942.

Che qualcosa di eclatante sia accaduto nella trama di una vita apparentemente semplice e di un matrimonio che, alla fine, è durato solo 9 anni ce lo suggeriscono due indizi. Dopo la morte della consorte, Pietro porterà il lutto per tutta la vita. Il secondo indizio è più che altro un’immedesimazione e una domanda: sulla soglia della Seconda Guerra Mondiale un padre resta solo con 5 figli ancora molto piccoli. E se non fosse davvero rimasto solo? E se portare il lutto non fosse darla vinta alla tristezza, ma alla presenza di una moglie che – venuta meno nella sua esistenza terrena – non lo ha mai abbandonato?

Anche eterno è una quelle parole che bisogna incarnare o sfuggono come fossero d’aria.

Una lunghissima attesa che finisce in … silenzio

Tutto comincia il giorno di Natale del 1924. Un ragazzo di nome Pietro vede una ragazza di nome Teresa a messa e se ne innamora. Accadde lo stesso a un ragazzo di nome Dante con una ragazza di nome Beatrice. Dante scrisse la Vita Nuova, Pietro Pizzicannella di Genzano prende coraggio e scrive direttamente a Teresa:

Gentilissima Signorina, Non avrei voluto turbare la vostra austera serenità inviandovi una dichiarazione d’amore, se il cuore non me lo avesse imposto. E questo primo palpito, è stato così irruento, che non ho saputo resistere, ed ho scritto. Ho scritto per dirvi che vi amo di un amore grande e sublime. Il mio spirito ha cominciato con l’ammirare la vostra cristiana condotta, e quasi fuso in uno stesso sentimento, è passato ad amarvi. Ottima cosa non è vero Signorina due esseri che si amano in Dio?
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Cosa ti ha colpito di quella ragazza?La condotta cristiana. Leggere una frase così è proprio una doccia fredda. Non sembra che tra noi e questa lettera ci sia solo un secolo di distanza, sembra proprio che ci sia una frattura nel tempo. L’avrà vista pregare in un certo modo? Avrà colto altri segni nello sguardo, nei gesti? Non sappiamo, ma sappiamo che un incontro è avvenuto. Pietro vede in Teresa qualcosa che lo innamora, un’intuizione che gli dà uno slancio senza pari. Amarla per sempre, in Dio – questo desidera.

E qui comincia un percorso in salita, altrettanto inconcepibile per noi umani del 2020. Al tempo di questa prima lettera Teresa ha solo 18 anni, mancano 3 anni alla sua maggiore età. Il padre di lei chiede a Pietro di aspettare questo tempo prima di valutare il fidanzamento. E lui aspetta, le scrive di nuovo nell’agosto del 1927. Lei gli risponde di essere ancora indecisa, ma che gli farà sapere di lì a qualche mese. E lui aspetta. A ottobre dello stesso Teresa prende una decisione ed è negativa. A questo punto, Pietro conferma nella condotta ciò che il suo nome dice lui, la forza di una roccia:

Dite che vi è mancato il tempo per decidere, ed io aspetterò ancora, purché sia il vostro un giudizio sereno.

Intuisce, insomma, che il no di Teresa non è del tutto sincero e osa infonderle a distanza la forza di essere autentica con se stessa. Dopo ben 4 anni di attesa, dubbi, rifiuti, ritrattamenti l’11 febbraio 1928 Teresa annota l’evento del suo fidanzamento ufficiale con Pietro:

Sabato 11-02-1928, giorno consacrato alla Madonna di Lourdes, ho fatto il fidanzamento ufficiale. Io e Pietro abbiamo fatto la SS. Comunione e un’ora di adorazione a Gesù Sacramentato affinché Gesù si degni di benedire il nostro fidanzamento e tutte le nostre conversazioni.

Il cammino di due giovani innamorati, dopo un’attesa così lunga, si conclude con un’ora di silenzio e adorazione del Santissimo … ma sono matti? No, sono due anime di Genzano che hanno preso sul serio ciò che già conquistò Zaccheo, la Samaritana, San Paolo: l’ipotesi di un Amore che ribalta tutto per mettere tutto finalmente dritto.

Stare in silenzio per fare spazio alla presenza di Dio fra amato e amata è l’augurio migliore che si può fare a una coppia . Perché è in quel silenzio che si fonda la certezza di non essere mai «solo in due».

Ti seguirò con il cuore commosso

Chi avrà voglia di leggere la storia semplice e straordinaria di questi due fidanzati, s’imbatterà nella proposta ardita di quel che è il matrimonio cristiano: un’impresa azzardata alla portata di tutti. Un’impresa enorme di cui sono capaci i piccoli. Nel carteggio tra Pietro e Teresa s’incontrano intuizioni di fede giganti e semplici battibecchi tra fidanzati; entusiasmi e crisi; momenti di difficoltà affrontati ricordandosi l’un l’altro che Dio è protagonista essenziale nel guidarli al Bene.


EUGENIO, VANDA, CORTI

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Ci sono momenti in cui Teresa svela una capacità sorprendente di entrare nei misteri della fede e ne condivide il frutto con Pietro. Il brano che più mi ha commosso è quando Pietro lascia esplodere la sua gratitudine verso di lei perché le dona un respiro di vita più grande e vero. E qual è il massimo del suo entusiasmo? Poter continuare a starle dietro. (… e così di botto tutte le nostre attualissime discussioni di genere, femministe, radical chic impallidiscono e spariscono come un microscopico puntino lontano lontano)

Se ieri ero solamente soddisfatto, oggi posso dire che sono veramente felice. E ben venga quel giorno in cui tu potrai condurmi (indietreggiando) a rimirare le mete già da te altre volte conquistate. Mi porterai lassù dove meglio si respira, dove meglio si impara, dove più sicuramente si può sperare sulla bontà di Dio. Ed io ti seguirò, con il cuore commosso, ti seguirò perché mi hai tanto amato, perché mi hai voluto sempre bene. (Lettera di Pietro a Teresa – 9 luglio 1930)

Se vi interessa sapere di più su questa storia d’amore, giovedì 10  dicembre alle 21 ci sarà una presentazione del libro in streaming su Youtube https://youtu.be/BrWFs57jrHY

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WALTER MUTO, LETTERE VERO AMORE, BOOK
Ancora

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