L’amicizia sociale e i due nemici
Francesco procede diretto, col linguaggio che preferisce, senza sofismi. “Guardiamo il mondo così com’è. Guerre su tutti i fronti. Stiamo vivendo – ripete – la terza guerra mondiale a pezzi. E questa non è amicizia sociale”.
Guardiamo a molti paesi dove non si può parlare, si urla. Prima che l’altro finisca di dire il suo pensiero, gli rispondiamo già senza averlo ascoltato. Non ci può essere amicizia sociale senza ascoltare, senza ascoltare l’altra persona. E per ascoltare l’altra persona ci deve essere nel mio cuore la presunzione che l’altra persona abbia qualcosa di buono da dirmi.
Invece molto spesso accade l’opposto, la strada verso la comprensione reciproca è lastricata di muri. Il Papa ne individua due, “probabilmente i grandi nemici” dell’amicizia sociale, li definisce:
In primo luogo, ci sono ideologie che comandano tutto. Tendono a comandare, e le ideologie riescono a disarmare il concreto della natura umana. Il secondo nemico sono le passioni. La passione cerca spesso di eliminare l’altro. E di impedire che l’altro prenda il suo posto.

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L’amicizia sociale, umanità migliore
Ci sono dei “buoni nuclei di amicizia sociale nel mondo”, riconosce il Papa, purtroppo ci sono anche le periferie con i bambini senza una scuola, le persone senza acqua corrente, in una parola un mondo senza dignità. Che sono, incalza Francesco, spunti per porsi delle domande.
C’è amicizia sociale? Se c’è amicizia sociale non dovrebbero esserci guerre, né necessità di alcun tipo, né educazione che non funziona bene (…) Dai risultati ci renderemo conto se ci sarà un’amicizia sociale. Ma non dimentichiamo i due grandi nemici: le ideologie che vogliono impadronirsi dell’esperienza di un popolo, e le passioni, che sono sempre come un rullo compressore, che va avanti e distrugge invece di dialogare (…) Non riflettete con la testa fra nuvole, riflettere con i piedi per terra, con dati concreti.
L’originale su Vatican News