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Il diavolo si è innamorato del 2020, lo spot di un sito di incontri fa il boom

DEVIL, 2020, ADVERTISING
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Annalisa Teggi - pubblicato il 04/12/20
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È diventato virale lo spot di Ryan Reynolds per Match.com in cui il diavolo trova la sua anima gemella, una ragazza chiamata 2020. «Da dove vieni?» chiede lei. «Dall’inferno» risponde lui. «Anche io» sorride lei.Il sito di incontri Match.com ha affidato al regista Ryan Reynolds la realizzazione di uno spot e ne è nato un video che ha già milioni di visualizzazioni. Una storia d’amore che sboccia e fiorisce in un un minuto e mezzo: anche il Diavolo riesce a trovare un’anima gemella, lei si chiama 2020.



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Innamorarsi al tempo della pandemia

Pensare a una pubblicità che sia un inno al romanticismo è una sfida tosta, considerando il periodo che stiamo vivendo. Ma il talento di Ryan Reynolds non ha mancato il bersaglio. Ha tirato fuori dal cilindro un’idea che ha fatto decollare le visualizzazioni. Il regista, che è anche il celeberrimo attore di Lanterna verde e Deadpool e marito di Blake Lively, ha dichiarato:

Match ha messo insieme milioni di persone e anche in questo anno orrendo, in qualche modo, hanno trovato l’amore grazie a questa app. Abbiamo semplicemente pensato a come sarebbe stato un incontro perfetto nel 2020 e questo video è stato il risultato naturale e leggermente deformato. (da 105.net)

RYAN REYNOLDS

Kathy Hutchins | Shutterstock

Anche in questo anno orrendo, le persone si sono innamorate. Ottimo spunto! (… ci ritorno dopo). Con la lente deformante dell’ironia, Reynolds ha immaginato che perfino il diavolo abbia trovato l’amore, una ragazza chiamata 2020.

«Da dove vieni?» chiede lei. «Dall’inferno» risponde lui. «Anche io» sorride lei. E cominciano a frequentarsi come una normalissima coppia: vanno in palestra, si abbracciano al cinema (facendo video pirati), incendiano cassonetti e giocano con la carta igienica dei bagni pubblici. Infine si abbracciano su una panchina e lui dice: «Vorrei che quest’anno non finisse mai».

Insomma: il 2020 è stato un inferno per tutti, ma per qualcuno non c’è posto migliore.

La chicca? Il sottofondo musicale affidato alla voce romantica per eccellenza, Taylor Swift. Il suo brano Love Story accompagna le immagini con il ritornello Sposami Giulietta, non sarai mai più da sola…

Il brand migliore possibile

Ryan Reynolds, la cui biografia comincia ricordando la sua nascita in una famiglia cattolica, si dichiara ateo e anzi ha affermato:

La religione ha avvelenato tutto ciò che di buono c’è nel mondo. (da TheHollowVerse)

Eppure, quando si è trovato a dover mettere in campo un’idea che catturasse l’attenzione globale, ha tirato fuori il diavolo. Perché? Innanzitutto un nota bene: quello che vediamo nel video è più che altro l’immagine stereotipata di un cattivo tutto rosso e con le corna, cioè stiamo parlando del personaggio che la fantasia ha codificato come diavolo, senza alcuna vera attinenza con la religione.

Funziona perché lo conoscono tutti. In fondo, ci sarebbero mille altri cattivi e cattive: Thanos, Dracula, Darth Vader, Grimilde, Crudelia De Mon. Ma nessuno di questi può competere con Dio e il diavolo. Se si vuole mandare un messaggio capace di parlare a tutti immediatamente, bisogna tirare fuori la storia a cui tutto il mondo è davvero ancora aggrappato.

MATCH, SPOT, DEVIL

Ryan Reynolds | Youtube

In un certo senso Rayn Reynolds ha ammesso che il re è nudo. La religione avvelena il mondo – secondo lui – ma resta il miglior brand possibile nel mondo della comunicazione. A pensarci bene c’è un bel paradosso. Questo è il tempo in cui non si può più tirar fuori Gesù per parlare del Natale, però per fare una pubblicità da milioni di clic bisogna tirar fuori quel vecchio eterno antagonista di Dio. È come ammettere che quello che accomuna davvero tutto il “pubblico” è proprio ciò che vorresti estirpare dalla testa delle persone.

Avrebbe funzionato lo stesso quel film bellissimo se si fosse intitolato Le Erinni vestono Prada?

L’idea chiave del video è geniale: il diavolo che scopre l’amore. Questa assurda iperbole diventa il goal più clamoroso per un sito di incontri. Sono riusciti a far innamorare pure Satana! (Il commento più memorabile che ho letto sotto il video è quello di un single che dice: ora sono proprio disperato se pure lui ha trovato una compagna).

Cos’è l’ironia?

Ho letto molti commenti che, neanche a dirlo, si sperticano nelle lodi di questo spot. Tutti usano l’aggettivo “ironico”, e a ragion veduta. L’ironia è un capovolgimento, è guardare il noto da una finestra capovolta. In questo spot cosa è ironico? Immaginare che colui che ha rifiutato l’Amore si innamori; questo è un rovesciamento clamoroso. È l’antitesi per eccellenza: far vedere il ribelle che ha fatto della divisione lo scettro del suo regno che si lega a qualcuno.

Lo spot fa senz’altro ridere e non sono tra quelli che si stracciano le vesti perché è chiamato in causa il diavolo. Ma non so chiamerei ironia quello che vedo.

Si ride perché tutti gli stereotipi dell’innamoramento (cinema, abbracci, divertimento) sono avvicinati per esagerazione a un personaggio noto per essere il più cattivo di tutti (… questa è l’idea di diavolo molto basica e molto banale che più o meno ha il grande pubblico). Ed è un sorriso amaro e forse catartico quello che spunta quando lei, che impersona il 2020, dice che viene dall’inferno. Nella comicità la posta in gioco deve essere alta per suscitare quello scandalo che trabocca nella risata … e raccontato con un accento diverso degenererebbe in lacrime.

Ma l’ironia vera ha un altro tratto caratteristico fondamentale, che la nostra umanità contemporanea ha dimenticato da tempo. Noi ci accontentiamo di forme più edulcorate come la satira e il sarcasmo. L’ironia più audace e sfrontata se la può permettere chi crede davvero nel lieto fine della storia umana; può ridere di sé chi non ride affatto del Bene che ha fatto il mondo.

In questo senso San Francesco è uno degli uomini più ironici di tutti i tempi. Lui sì che ribaltò tutta la sua vita, e si permise di scrivere il canto più felice che esista – il Cantico delle creature – mentre le Stimmate lo dilaniavano ed era quasi cieco. Poteva gridare di gioia nel momento più cupo. Era il giullare di Dio, poteva persino ridere di sé perché si sentiva amato dal Padre sopra ogni altra cosa.

Al confronto, l’ironia attuale è più che altro una forma di intrattenimento che spinge sull’esagerazione per far ridere chi non ha più motivi per essere felice.

Un anno infernale

È stato un anno infernale, ci fa notare Ryan Reynolds. E a lui è andata bene, la gente lo sta applaudendo e ride. Ma chi ha provato a ragionare sul serio di Dio e Provvidenza nell’orizzonte della pandemia mondiale è stato messo alla gogna. Non mi riferisco a chi ipotizza che il virus sia una punizione divina, bensì a chi non ha voluto escludere il rapporto con Dio dentro la discussione sul presente.



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In ogni caso quell’idea di partenza mi ha lasciato una specie di grande curiosità. Intendo il dato da cui è partito a ragionare il regista Reynolds: qualcuno si sarà innamorato anche in questo anno terribile.

Eh sì. Ed è ben clamoroso. Ci sarà qualche coppia che tra qualche decennio avrà una storia incredibile da raccontare: proprio nell’anno della pandemia, ho conosciuto la donna/ l’uomo della mia vita. Mentre il mondo era intrappolato tra le spire del virus, qualcuno ha trovato la scintilla di una nuova vita. Il meraviglioso continua ad accadere anche dentro circostanze pessime. E questo è proprio segno che la trama della vita non è un film, ma il disegno di Qualcuno che ha più speranza di tutti noi uomini messi assieme.

Io avrei fatto un video che raccontasse una di queste storie e, lo so bene, l’avrebbero guardato in 4 gatti.

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