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Fate sì che in questo Natale brilli l’unica cosa che conta: Gesù!

NATIVITY SCENE

By Beto Gomez | SHUTTERSTOCK

Catholic Link - pubblicato il 03/12/20

di Silvana Ramos

«Crafting Memories» (Creando ricordi) è un video della campagna pubblicitaria dell’impresa Bang & Olufsen che ritrae ottimamente l’intenzione di questo articolo: l’importanza delle tradizioni nella nostra storia personale.

Il Natale scorso mio padre mi ha regalato la sua collezione di dischi, e mio marito (coalizzato) uno di quei giradischi «vintage-moderni» per riascoltarli come quando ero bambina.

Mia madre ha invece deciso che il regalo di Natale per i suoi figli sarebbe stato tutte le pagelle e i disegni che custodiva da quando andavamo all’asilo.

Senza volerlo, i miei genitori ci hanno regalato un “concentrato” per riconoscerci. Parte della nostra vita raccontata con i loro occhi, una parte che ciascuno di noi non conosceva.

Storie e canzoni si sono mescolate quella notte per ricordarci da dove venivamo e quali erano le nostre tradizioni familiari. Un ricordo necessario in questo momento della nostra vita per affinare la direzione della nostra esistenza.

Chi è più importante di Gesù in queste feste? Quanto è facile dirlo ma complicato viverlo!

Abbracciate le vostre tradizioni familiari!

Esiste la possibilità, soprattutto in un mondo globalizzato come il nostro, di perderci un po’ (o abbastanza) tra la folla, soprattutto nelle grandi città.

In America Latina le tradizioni sono ancora forti, e nonostante questo non hanno più significato di prima. Molte stanno cedendo il passo per diventare solo spettacoli storici e far parte del folklore locale.

Il gesto dei miei genitori e quello di questa figlia che ricorda ai genitori ciò che era importante, quello che facevano, che significava amore e appartenenza, mi fa pensare a tutto quello che dimentichiamo delle nostre origini.

Con o senza intenzione, corriamo il rischio di perdere la direzione. Se dimentico da dove vengo, è difficile anche indirizzarsi verso una destinazione futura stabilita.

Il Natale e le emozioni che suscita in tutti

Il Natale è una festa bellissima, condivisa in tutto il mondo, ma sembra che la sua origine venga dimenticata in molti luoghi del mondo occidentale, riducendosi a una festa familiare dall’elevatissimo significato commerciale, facendoci perdere il senso di riunione o di celebrazione, cosa che vale anche per i cristiani, che immersi nel mondo globalizzato si lasciano trasportare da queste tendenze e dimenticano il suo profondo significato.

L’origine del Natale come lo celebriamo nel mondo occidentale è la nascita di Gesù, il nostro Salvatore! E questo “nostro” abbraccia l’umanità intera. Gesù è l’unica cosa che conta.

Il Natale non è un’altra festa sociale, o una semplice festa familiare, e tuttavia il suo carattere familiare è indiscutibile, visto che ci riuniamo intorno a una famiglia con un neonato avvolto in fasce.

Cercare di cambiare questa festa in base al gusto personale è secondo me una trasgressione. A mio avviso, per i non credenti sarebbe molto più coerente semplicemente non celebrare che pretendere di cambiare il senso.

Gesù in un presepe

Il popolo cristiano diventa evidente in una mangiatoia di duemila anni fa a Betlemme. La secolarizzazione di questa festa ha portato molti a dimenticare la sua origine, quella “musica” di gloria che porta quest’epoca, a dimenticare che il cuore dev’essere riposto in Gesù.

Spetta a noi cristiani, il popolo di Dio, togliere la polvere dai nostri cuori e affinare le orecchie di giusti e peccatori per tornare a celebrare insieme e in famiglia la gloria di Betlemme per la salvezza di tutte le anime.

“Cari amici, la solennità del Natale del Signore che tra poco celebreremo, ci invita a vivere questa stessa umiltà e obbedienza di fede.

La gloria di Dio non si manifesta nel trionfo e nel potere di un re, non risplende in una città famosa, in un sontuoso palazzo, ma prende dimora nel grembo di una vergine, si rivela nella povertà di un bambino.

L’onnipotenza di Dio, anche nella nostra vita, agisce con la forza, spesso silenziosa, della verità e dell’amore. La fede ci dice, allora, che l’indifesa potenza di quel Bambino alla fine vince il rumore delle potenze del mondo” (Benedetto XVI).

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