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Un angelo vestito di bianco è apparso al martirio di San Giacomo Ilario

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St. Jaime Hilario Barbal - Facebook

San Giacomo Ilario.

don Marcello Stanzione - pubblicato il 27/11/20

Più volte le fucilate sono andate a vuoto. Così San Giacomo Ilario Barbal Cosan è stato freddato dal capo dei miliziani dopo essere stato protetto dagli angeli

Il legame tra gli angeli e il martirio di uomini e donne morti in fama di santità. Il martirio – testimonianza resa a Cristo in una morte liberamente consentita – è il modo più elevato attraverso il quale un uomo può glorificare Dio.

Secondo una tradizione risalente agli inizi stessi della Chiesa, il cristiano vede un rapporto tra il martirio e la Passione di Cristo, e attraverso la comunione al suo sacrificio, la forma più compiuta della santità. Il martirio, cioè, incorpora colui che lo subisce all’atto salvifico di Cristo, egli lo rende con Lui co-redentore.

Bellezza Rivelata Cristo manigoldo e cireneo
© Wikipedia

Gli angeli e i martiri

E se, come scrive giustamente Andrea Riccardi, “questo rapporto violento tra la morte violenta dei testimoni della fede e la passione di Gesù conduce i cristiani (…) ad interrogarsi sulle loro responsabilità davanti al male ed alla violenza”, non potrebbe far dimenticare né anche relegare in secondo piano la dimensione verticale, soprannaturale, del martirio.

Questa è anch’essa e prima di tutto una testimonianza resa alla resurrezione di Cristo Salvatore. Che è stato vittorioso del peccato e della morte, ed annunciatrice del dono della vita eterna fatta da Dio a tutti gli uomini. E’ questa vita che gli angeli hanno per missione di proteggere e di accompagnare, ai nostri giorni come una volta nei primi secoli della Chiesa, perché il martirio è di tutti i tempi e di tutti i paesi.

L’incidente a San Giacomo Ilario

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St. Jaime Hilario Barbal - Facebook

Uno dei più recenti episodi che testimoniano la presenza degli angeli durante il martirio, è avvenuto nella prima metà del novecento. Un incidente insolito accompagnò il martirio di San Giacomo Ilario Barbal Cosan (1898-1937), fratello delle Scuole Cristiane, fucilato il 18 gennaio 1937 in un boschetto vicino al cimitero di Tarragona, in Spagna. I miliziani, in numero di dieci, erano a tre metri da lui, che stava in piedi, con le mani giunte sul suo petto, nell’attitudine della preghiera. Al primo comando, tutti fecero fuoco, ma il religioso non mosse di un pollice.

Nervosi, essi tirarono una seconda volta, senza maggior successo: appena un leggero gesto della mano, come se fra Giacomo fosse ghiacciato. Tutti furono spaventati da quella situazione fuori dal comune, ed il plotone si disperse, lasciando ognuno il proprio fucile e fuggendosene a gambe levate, lasciando il capo solo di fronte al religioso.


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Un personaggio vestito di bianco

Alla fine, il capo gli sparò tre pallottole in testa. Solamente allora fra Giacomo scivolò dolcemente sull’erba. Si ritrovarono sul luogo dell’esecuzione le venti pallottole che il plotone aveva tirate. Più tardi, le lingue si sciolsero. Alcuni dissero che, avendo il martire gridato allorché essi si ponevano in mira: “Figli miei, morire per Cristo, è vivere!”, quella parola li aveva paralizzati di paura.

Altri affermarono a mezza voce ch’egli era stato protetto dagli angeli, ma essi si rifiutarono di dare maggiori dettagli. Molto più tardi, si evocò la presenza ai lati del religioso di un personaggio luminoso vestito di bianco, che sviò le pallottole per permettergli di finire la sua preghiera.




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I martiri di Siponto

Questo fatto richiama la legenda dei martiri di Siponto, in Italia meridionale. I quasi seicento abitanti della località furono messi a morte dai pirati barbareschi, per aver rifiutato di convertirsi all’Islam. Ed il primo che fu decapitato rimase in piedi, sostenuto da un angelo e recante la sua testa nelle sue mani, per esortare ed incoraggiare i suoi compagni. Egli non si lasciò cadere a terra che quando l’ultimo di essi ebbe reso l’anima.

E’ probabile che lo spoglio degli atti dei martiri del XX secolo – in Spagna durante la guerra civile, sotto la sanguinosa dittatura nazista e nel Gulag al di là della cortina di ferro, senza parlare dell’America latina, dell’Africa, dell’Asia, rivelerà – rari forse, ma non meno reali – degli esempi di interventi angelici presso i martiri dell’epoca contemporanea.




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