Nessuno ci prepara, se non la vita stessa e l’impegno che noi per primi ci assumiamo rispetto alla nostra. Siamo al mondo per rispondere con coraggio all’amore di Dio e per indicare la strada anche ai figli che ci sono affidati. di Francesca Centofanti
Esiste un corso per diventare genitori?
Nessuno ci insegna ad essere genitori. Questo è vero. Nessuno ci dice quali sono le scelte giuste e quali quelle sbagliate. Siamo messi sul campo, ignari; un po’ come in quelle aziende che, per tenere il bilancio in positivo, utilizzano il personale ad ampio raggio. Il cosiddetto Jolly: passi dall’informatico al “porta-caffè”, dal tecnico al tappabuchi, dal consulente al consolatore. Sei un tuttofare schizzatissimo in un loft pieno di gente che di aiutarti non ne ha né il tempo, né la voglia.
E ti senti solo, inadeguato, assolutamente incapace.
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“Capi progetto” senza competenze ma con autorità naturale
Vorresti scappare o diventare miracolosamente un genio. Ma non lo sei, e ti senti un fallito. E se fallisce un progetto lavorativo, i danni sono relativi; a casa, con i figli è tutta un’altra storia, è tutto un altro guaio.
La responsabilità di un genitore verso il figlio assume toni e gravità umanamente giganteschi. I figli non sono oggetti, non sono progetti, non sono programmi da collaudare, verificare, testare, modificare e mettere sul mercato. I figli sono anime destinate al Cielo, affiancate da poveracci come me e come te ad indicargli la strada; non quella più veloce, né quella più in discesa e senza ostacoli. Non quella senza sofferenze e neanche la più affascinante, ma la strada più giusta per loro, l’unica che li condurrà alla Verità.
I genitori: imperfetti e necessari
Nessuno nasce “genitore”, non abbiamo comprato i libretti d’istruzione per diventare “la mamma o il papà del mese” con foto annessa. Non siamo infallibili, vero. Ma non siamo lì per esaudire ogni loro desiderio, neanche per preservarli da tutti gli errori, da tutti i dolori, da tutti i peccati. Non siamo loro amici, che con una pacca sulla spalla “Tutto ok, scialla bello!”. Non diciamo sempre Sì.
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Il coraggio di dire no
I genitori non dicono sempre sì. Al contrario. I genitori sono quelle persone coraggiose, pronte a reggere il colpo, il colpo di sentirsi odiati dalla creatura che hanno generato, disprezzati dal loro stesso sangue.
Perché se il sorriso di un figlio corrisponde al suo rovinoso tracollo, meglio uno sputo in faccia. Meglio un figlio nemico a vita, che uno in tua adorazione, ma che ha perduto l’anima.
Non tutto è relativo
Nessun genitore può giudicare un altro genitore, questo è un’ assioma, lo so, è così per certo, almeno finché non hai provato a stare nei suoi mocassini.
Ma esistono delle Verità che si chiamano “assolute”, esistono mocassini uguali per tutti, strade solo a senso unico. Esiste un Male che non può mai essere confuso con il Bene. E quando un genitore stravolge questi assi portanti, questi teoremi imprescindibili per comprarsi, anche se inconsapevolmente, l’amore del figlio, tutto crolla, tutto inaridisce, tutto muore.
Perché a quel punto il genitore sarà riuscito sì, ad accaparrarsi l’amore del figlio, ma lo avrà barattato con la sua anima.
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