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A Dio basta un briciolo del nostro desiderio di poterlo incontrare

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Jaromir Chalabala | Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 17/11/20

Zaccheo era un peccatore, ma salì sull'albero per vedere Gesù: la vita spirituale inizia quando desideriamo incontrarlo nonostante non lo meritiamo.
In quel tempo, Gesù entrato in Gerico, attraversava la città.
Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco,
cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura.
Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua».
In fretta scese e lo accolse pieno di gioia.
Vedendo ciò, tutti mormoravano: «E’ andato ad alloggiare da un peccatore!».
Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo;
il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». (Lc 19,1-10)
Se Gerico è la città inespugnabile per eccellenza, il vangelo di oggi ci racconta la conversione di un peccatore inespugnabile che si converte e fa crollare le mura del suo cuore all’incontro con la Misericordia.
La vicenda di Zaccheo è paradigmatica perché la sua storia la potremmo definire un vangelo nel vangelo. Infatti nella sua vicenda è racchiusa tutta la dinamica del vangelo: l’uomo incapace di aprirsi all’amore di Dio, può solo coltivare il desiderio di vedere, ma non ha gli strumenti per andare oltre. “Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là”.
È Gesù a colmare questa distanza e a riempire di possibilità la sua impossibilità: “Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». In fretta scese e lo accolse pieno di gioia”. Il peccatore che riesce solo a coltivare un accenno di desiderio e Gesù che su quel piccolo appiglio costruisce un cambiamento radicale, altro non è che tutta la storia della salvezza. Ognuno di noi non ha mai veramente le forze per poter realizzare la felicità di cui avrebbe bisogno. Molte volte siamo seppelliti dalle nostre storie, dai nostri errori, dalle vicende che ci sono capitate. Eppure basta solo tenere acceso dentro di noi un piccolo desiderio di incontrare un senso (Cristo), che proprio a partire da ciò Egli riesce a imbastire una rivoluzione. La vita spirituale non inizia quando smettiamo di peccare, ma quando in mezzo ai peccati ricominciamo a desiderare davvero di poterlo incontrare nonostante non lo meritiamo.
E poco importa se questo rompe gli schemi umani che calcolano l’amore come la matematica: “Vedendo ciò, tutti mormoravano”. Davanti a questo tipo di gratuità si riesce a fare ciò che non si è mai riusciti a fare per tutta la vita. Zaccheo è espugnato dall’amore.

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