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Prima del miracolo, la preghiera ci ottiene una visione nuova della vita

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don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 16/11/20

Il vero segreto della preghiera cristiana è l'insistenza: rivolgiamoci senza stancarci al Signore che passa, anche se tutto e tutti cercano di distoglierci dalla sola opera che conta, entrare in relazione con Dio.

Mentre Gesù si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada.
Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse.
Gli risposero: «Passa Gesù il Nazareno!».
Allora incominciò a gridare: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò:
«Che vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io riabbia la vista».
E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».
Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio. Luca (18,35-43)

Gerico è la città che fa da ingresso alla terra promessa, quella stessa terra dove arrivarono gli israeliti dalla schiavitù d’Egitto. È proprio in questa città che Gesù compie un miracolo interessante soprattutto per i rimandi teologici che l’evangelista Luca vuole porre nel suo racconto. “Mentre si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada”.
La cecità e la mendicanza sono due caratteristiche tipiche di chi non vede più ciò che conta nella vita e proprio per questo non riesce più a vivere ma a sopravvivere.
Ma quest’uomo conserva nella sua fragilità tutti gli ingredienti necessari affinché la sua vita spirituale possa far rifiorire in lui un imprevisto, una guarigione, un miracolo.
Anzi tutto è capace di ascolto: “Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli risposero: «Passa Gesù il Nazareno!»”. È decisivo saper ascoltare quando si è in quella crisi di buio che non ci fa vedere più dove stiamo andando.
Ma l’ascolto è vero se suscita in noi l’unica cosa interessante che possiamo davvero fare, e cioè pregare con sincerità e forza: “Allora incominciò a gridare: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!»”. La preghiera di quest’uomo non è complicata, è infinitamente semplice ma ha una caratteristica che molto spesso trascuriamo: è insistente, continua, ostinata.
La regola numero uno della preghiera è non smettere di pregare, anche se tutto intorno cerca in tutti i modi di farti smettere. È infatti questa costanza che dispone il cuore di quest’uomo a entrare in un rapporto personale con Gesù: “Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò: «Che vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io riabbia la vista». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato»”. Così questa preghiera semplice e costante gli dona ciò che a lui manca: una visione nuova della vita.
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