Messa dai Frati, ore 16. In teoria, “Messa dei bambini”. C’eravamo in otto, in tutto. Il sottoscritto, mia moglie, mio figlio Luca, mia figlia Francesca, il frate-missionario (ha suonato la chitarra, cantato, celebrato, ancora un po’ e dall’ambone scendeva per ascoltare mentre leggeva il Vangelo), più altri tre.
Ed è così che per forza di cose sono salito a leggere, insieme a mia figlia. A me è toccata la prima lettura, a lei la seconda. In un clima surreale, con l’Apocalisse che preme più che mai nelle nostre anime e il Signore che ripete “non abbiate paura” e anche “senza di e non potete far nulla” e pure “Beati…. perché … “.
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Il Sacerdote – un uomo di Dio, ex missionario – schitarrava come un matto e diffondeva una Gioia non sua, né di ciascuno di noi.
In una Chiesa vuota, ma stracolma. Come sempre.
Io e mia moglie ci tenevamo per mano.
Davanti a noi, i nostri figli.
Un po’ più avanti, Lui.
Silenzioso, come sempre.
Eppure eloquente.