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Il corto animato che mi ricordato di valere per quello che sono

WHO ARE YOU SHORT FILM

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WHO ARE YOU; SHORT FILM;

Catholic Link - pubblicato il 11/11/20

di Franco Lanata

Oggi vorremmo presentarvi un bel cortometraggio realizzato da Miniestudios che contiene una storia che fa riflettere e imparare.

«Who are you?»tratta di quello che accade a uno scrittore quando dopo un grande successo editoriale ha un blocco creativo in cui l’ispirazione sembra averlo abbandonato.

Questo lo porta a chiedersi se sia stata tutta una menzogna, se ha solo avuto fortuna e tutto era confluito per provocare il suo successo anche se in realtà non aveva talento.

Nel bel mezzo della crisi, un giorno arriva a casa sua una fattorina che gli lascia una scatola. In quel momento il corto compie un flashback e mostra tutta la sequenza di eventi che hanno portato quella donna a stabilirsi in città, a lavorare come fattorina e a iniziare a fare delle incursioni nel mondo del teatro.

Stando a casa dello scrittore e vedendo i libri e i premi su una parete, lei gli chiede se è famoso. Inizia una conversazione, l’uomo la invita a entrare, le serve un caffè e le racconta cosa gli sta accadendo.

La donna gli confessa di sapere perfettamente chi è, che sognava di conoscerlo e che la sua opera è stata molto importante nella sua vita, e in qualche momento la sua unica compagnia.

Gli racconta anche di aver scritto un’opera teatrale basata sui suoi libri, che verrà presentata presto. Lo scrittore, che aveva condiviso con lei alcune riflessioni sulla fama e sul successo, resta profondamente commosso per quello che si sente dire.

Poi si salutano, e lei lo invita ad andare a vedere l’opera. Finalmente lo scrittore apre la scatola e scopre qualcosa che lo lascia senza parole. Dovete vedere questo corto!

Cosa può dirci questa storia semplice e bella?

La prima riflessione che sorge riguarda le vie misteriose della vita e la meraviglia di incontrare gli altri. I due protagonisti hanno storie diverse, ma concordano sul fatto che ogni porta chiusa ha aperto loro una finestra.

Lui è diventato scrittore perché dopo un incidente la persona giusta ha letto i suoi testi, che hanno finito per arrivare a un altro editore. Lei, dal canto suo, è entrata nel mondo del teatro perché come fattorina andava sempre a lasciare dei pacchi quando c’erano dei provini, e un giorno c’è stato un problema con un’attrice.

Si sono ritrovati a chiacchierare perché lei aveva letto i suoi libri e ha cercato il modo di “collaborare con la sorte”, elaborando una strategia per conoscerlo, e quell’episodio ha finito per tirar fuori dalla crisi il suo scrittore preferito.

Questo può invitarci a rinnovare la capacità di stupirci nella vita, visto che l’apertura a una possibile novità e la sorpresa sono l’essenza della speranza che ci rende pazienti.

La vita, come il cortometraggio, ci dimostra che anche da quei fatti che ci lasciano più perplessi e con domande senza risposte si possono aprire nuove strade che finiscono per dare un senso diverso.

Il trionfo di Dio è poi capace di trarre del bene da qualsiasi male. Dobbiamo avere sempre un atteggiamento di ascolto attento per percepire dove ci viene mostrato il cammino migliore, e un atteggiamento attivo per cogliere il momento e prendere la direzione giusta.

La mancanza di controllo assoluto e la fragilità della vita umana

Viviamo in una cultura fortemente intrisa di un modo di pensare influenzato dal metodo scientifico. Questo ci permette senz’altro di conoscere e controllare sempre più aspetti della realtà, ma non potrà mai darle una risposta totale. Ci sono cose che non possiamo controllare, e domande a cui non sapremo mai rispondere.

Proiettiamo e costruiamo la nostra vita con decisione, ma tocchiamo anche la nostra tremenda fragilità quando constatiamo che non abbiamo niente di certo. Ad esempio, lo scrittore famoso, al culmine del successo, scopre che all’improvviso sembra perdere una capacità e si blocca.

Non abbiamo il controllo totale delle forze della natura, della libertà altrui, della malattia, della morte, e spesso neanche delle nostre capacità o dei talenti fisici o intellettuali. Viviamo quindi l’esperienza di non essere mai gli unici autori del nostro destino.

Siamo liberi, ma limitati. Siamo autonomi, ma anche dipendenti. Siamo sempre in viaggio e non saremo mai arrivati definitivamente. Nessuno ha una storia terminata, come mostra il cortometraggio.

Questa esperienza è tuttavia un canale privilegiato per aprirci alle necessità altrui, di Dio, del Suo aiuto, delle Sue benedizioni, della Sua grazia, della Sua Parola eterna, delle Sue promesse salde e del Suo amore eterno e immutabile.

Cosa cerchiamo nel più profondo del nostro essere?

Concentriamoci sullo scrittore. Perché è tanto importante il fatto di aver perso l’ispirazione, di non comparire sui giornali e non essere riconosciuto per strada?

È possibile che abbia visto minacciata la sua voglia di trascendere, di essere amato, di essere valido, di sentire e sapere che le proprie opere hanno un senso e che aiutano il prossimo.

Nessuno vuole cadere nell’oblio! La creatività, l’allegria, l’ispirazione e la voglia di vivere tornano allo scrittore quando si rende conto di quanto è stata importante la sua opera per un’altra persona, al punto da essere stato l’unico ad accompagnarla nei momenti difficili.

La speranza, la fragilità e la voglia di amare e di essere amato sono componenti propri di chi vive con la consapevolezza di essere una parte importante e preziosa di una splendida sinfonia di Dio, che ci precede e alla quale siamo invitati a partecipare.

La vita è molto più misteriosa, e non potremo mai controllarla. Come si dice ne L’uomo che fu giovedì, di G.K. Chesterton: “Volete che vi riveli il segreto del mondo? Il segreto è che vediamo solo le spalle del mondo. Lo vediamo solo da dietro”.

Solo Dio conosce la verità più profonda

Non abbiamo tutte le risposte, né conosciamo i dettagli e il senso di ogni evento della storia e della nostra storia, ma sappiamo che la provvidenza divina agisce in modo costante e amorevole guidando tutto a Lui.

Immaginiamo le storie a cui le nostre opere possono dar vita e quanto possiamo essere come fili che tessono quotidianamente un mondo nuovo. Rinnoviamoci essendo aperti alle benedizioni di Dio e cerchiamo di essere una benedizione per gli altri.

Se guidiamo la nostra vita sulla via del bene, della verità e della bellezza, avremo la pace di essere sintonizzati con la sinfonia che Dio vuole costruire.

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link.

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