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La storia di una suora millennial: il viaggio imprevedibile di un’economista verso la vita religiosa

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Jeffrey Bruno

Jeffrey Bruno - pubblicato il 08/11/20

Al cuore del suo discernimento c'è stata una semplice domanda: “Chi è Dio? Chi è mio Padre?”

“Non avevo mai incontrato una suora fino a quando sono arrivata alla Rutgers University…” Non sono esattamente le parole che ci si aspetterebbe di sentire da una ragazza che di recente ha professato i voti nella vita religiosa presso la chiesa universitaria e parrocchiale di San Pietro Apostolo.

L’Università Rutgers è molte cose, ma cattolica proprio no.

Uno degli istituti di insegnamento più antichi degli Stati Uniti, è passata dall’essere una piccola scuola sopra una taverna nel 1771 a ospitare 40.000 studenti in un campus di 8 chilometri quadrati.

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Jeffrey Bruno

Tra le centinaia di club e organizzazioni del campus si ritrova anche una forte presenza cattolica. Alla Catholic Student Association [CSA] della Rutgers viene offerto un vasto programma per sostenere la vita di fede degli studenti negli anni universitari.

“Il nostro team è lì per portare qualcuno a un rapporto con Gesù che duri una vita, e con questo alla Chiesa”, ha spiegato fr. Patrick Reilly BH, direttore dell’Associazione. Oltre a lavorare giorno per giorno con gli studenti, “abbiamo ora due seminaristi, uno che studia per l’Oratorio e l’altro per la diocesi… e una ragazza che si è unita alle TRR Sisters e ha preso i primi voti… sono emerse varie vocazioni”.

La storia di suor Anna Palka SJH

Nel 2012 Anna Palka è arrivata come matricola di Economia alla Rutgers. È cresciuta in una famiglia cattolica e ha due fratelli più grandi. La fede ha sempre giocato un ruolo essenziale nella sua vita, e ha partecipato al coro e al gruppo giovanile della sua parrocchia. Ora, però, in quell’ambiente estraneo, doveva trovare un modo per vivere la sua fede lontano da famiglia, parrocchia e casa.

“Avevo sentito parlare della CSA [Catholic Student Association], e l’unico proposito per l’anno nuovo che ho mantenuto in vita mia è stato quello del 2012. Mi sono detta: ‘Andrò a un incontro’”.

In quel modo, ha scoperto una nuova casa cattolica lontana da quella in cui era cresciuta. “Sono andata a uno studio biblico nel secondo semestre e ho incontrato gente della mia età che conosceva la Scrittura e ho pensato: ‘Persone della mia età fanno queste cose?’ E allora mi sono inserita sempre di più, soprattutto al secondo anno, aderendo a tutto ciò che la CSA aveva da offrire”. È stato lì che ha incontrato una suora per la prima volta nella sua vita.

“Erano così gioiose e così amorevoli nei confronti di chiunque, e in loro c’era una libertà tale che attirava molto”.

Le Suore di Gesù Nostra Speranza, istituite nel 1992 nella diocesi di Metuchen, sono una parte essenziale del ministero di campus alla Rutgers. “I giovani sono affamati di stabilità, verità e amore”, ha spiegato la direttrice delle vocazioni, suor Christine Quense SJH. “Le nostre suore hanno scoperto che oggi più che mai vogliono che qualcuno parli loro della Verità, perché la vita è molto incerta per loro. E quando iniziano a capire chi è Gesù e cominciano a conoscerlo e a stabilire una vita di preghiera – e richiede molto lavoro per le suore il fatto di aiutare a costruire una vita di preghiera e una vita sacramentale –, la loro vita cambia radicalmente”.

Anna ne è una prova vivente.

La lunga e tortuosa via del discernimento

Anche la nozione di discernimento era nuova per Anna. “A un incontro, una coppia sposata ha condiviso la storia della sua vocazione, ed entrambi hanno usato la frase ‘Ho fatto discernimento della mia vocazione…’, e io ho pensato: ‘Non ho mai sentito queste due parole in un’unica frase in tutta la mia vita! Di che parlano? Ci sono lezioni anche di questo?’”

Con il sostegno delle suore e del suo direttore spirituale, ha iniziato a contemplare a quale futuro fosse chiamata. Avendo sempre considerato il matrimonio come epilogo naturale sono sorte nuove domande, insieme all’apertura ad accettare qualsiasi cosa fosse la Volontà di Dio per la sua vita. “Se Egli ha un altro progetto per me, posso fidarmi qualunque cosa sia. Perché so che è positivo, che viene da Lui”.

Secondo suor Anna, il fulcro del suo discernimento ha consistito in una semplice domanda: “Chi è Dio? Chi è mio Padre? Chi mi sta chiamando a questa vocazione? Chi è Gesù? Se la vocazione di una persona è essere Sua sposa, chi è Lui? Bisogna conoscere chi si sta sposando, no?”

Il che ha portato a un’altra domanda: “Chi sono io? Per cosa mi ha creata Dio? E come ha potuto crearmi all’Amore in questa vita?”

E poi ovviamente l’eterno “Dio, cosa vuoi che faccia? (ride) In certi giorni sembrava una domanda senza fine!”

Dopo la laurea ha iniziato un programma missionario di un anno con il St. Paul’s Outreach all’Università di Orlando. St. Paul’s Outreach è un programma ministero di campus che mira a evangelizzare nelle strutture universarie. Tornata nel New Jersey, ha deciso: “Sono pronta, so che questo è ciò a cui Dio mi sta chiamando”.

“Signore, Ti conosco, Ti amo, voglio fare la Tua volontà… Tu mi hai chiamata. Eccomi”.

Per suor Anna è una storia d’amore, una storia del cuore come dell’anima.

L’8 settembre, festa della Natività della Beata Vergine Maria, all’ombra della Rutgers,
ha professato i voti nella chiesa universitaria di San Pietro Apostolo, dove è iniziato il suo viaggio.

Dal sussurro tranquillo che nasceva in lei, attirando gli occhi della sua anima verso il Cielo, è giunta la proposta di un amore divino. Proposta che lei ha amorevolmente abbracciato.

Oggi percorre le sale della Rutgers non come studentessa ma come testimone – testimone della Fede, della Speranza e dell’Amore divino.

Sembrava improbabile, ma è diventata religiosa, perché nulla è impossibile a Dio, soprattutto quando qualcuno coopera con la Sua grazia.

E così, la laurea in Economia che perseguiva alla Rutgers ha portato a qualcosa di molto più grande.

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