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Essere esorcista, missione a rischio spirituale

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Miriam Diez Bosch - pubblicato il 02/11/20
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Aleteia ha intervistato l’esorcista ufficiale dell’arcidiocesi di BarcellonaArrivo all’intevista con l’esorcista alle cinque, puntuale. Entrando nel suo ufficio, resto colpita pensando che è lì che riceve ogni giorno 5 persone con possessione demoniaca. Mi siedo dove si siedono queste persone – gente angosciata, con istinti suicidi, disperata…

Padre Gallego le ascolta e fa la sua diagnosi. Prega, e se percepisce che si tratta di un’influenza o una possessione esegue l’esorcismo, che non sempre dà un risultato alla prima sessione. Nella metà dei casi si tratta di possessione o influenza maligna; gli altri sono casi di malattie mentali.

Il demonio, spiega, “si manifesta in modi molto diversi. Non pensate a film come L’Esorcista. A volte la normalità è molto più inquietante. Non arriva all’improvviso. Si manifesta provocando danno. Le persone soffrono e si allontanano da Dio. Questa è la missione del Maligno”.

Di quali percentuali parliamo nel caso delle possessioni demoniache?

Circa il 90% degli esorcismi viene realizzato per influenza maligna; solo il 10% è per possessione.

Ha la certezza quando si tratta di un caso di possessione demoniaca?

No, non c’è mai la certezza totale. Quello che invece vedo sono manifestazioni di questo spirito maligno nelle persone. Persone fedeli che soffrono, che parlano con voce cavernosa, che sono tormentate e devono liberarsi dai demoni. Chiedono guarigione. Io non curo nessuno, è Dio che agisce.

C’è chi pensa che il demonio non esista…

Sì, anche tra i vescovi. Uno di loro mi ha detto che non c’erano casi di possessione nella sua diocesi, ma io stavo trattando 5 persone di lì. Le persone cercano aiuto, accolgo gente proveniente da ogni luogo. Ogni diocesi dovrebbe avere un esorcista, non ce ne sono sempre.

Sto vedendo la sua agenda, è piena. Chi viene da lei?

Persone distrutte che vogliono uscire dalla condizione di enorme malessere in cui si trovano. Persone di ogni livello sociale e condizione. Credenti, non necessariamente cattolici, ma comunque persone che credono. I due prossimi mesi sono pieni.

Un esorcista chiede qualcosa per il suo servizio?

Non prendo mai niente. Nessun onorario. Questo dà fiducia. Non voglio denaro. Ci sono molti immgrati, e persone di ogni tipo che non credono che il loro male sia psicologico.

L’esorcismo non è solo per persone semplici?

Ricevo persone di ogni tipo e condizione. Ascolto, faccio una diagnosi… Se si tratta di un caso medico indirizzo in quel senso.

Com’è un esorcista? Immagino che si debba essere calmi e pazienti…

Sì, servono una pazienza enorme e un grande senso apostolico per aiutare le persone. Non è facile, né piacevole, né si sceglie. La persona dev’essere pia, un medico prudente e dalla vita integra. È il vescovo a decidere.

E l’esorcismo funziona subito?

A volte è immediato. Mentre la persona aspetta l’incontro chiedo di leggere il Vangelo del giorno, di pregare. Se si tratta di possessione o influenza, solo Dio può eliminarla. I santi aiutano, ma è Dio a toglierla. Stare bene con Dio è fondamentale.

Ha mai avuto paura?

Ho avuto molta paura quando sono stato nominato. Oggi non più. È un servizio. A volte chiedo aiuto, chiedo di accompagnarmi quando sto con persone un po’ violente.

Come riesce a far sì che il suo lavoro non influisca su di lei a livello personale?

Rifletto su questo: faccio tutto ciò a nome della Chiesa, che mi dà l’opportunità di aiutare. Ci sono momenti difficili, perché le persone vedono cose molto strane, visioni, presenze. Mantengo la distanza emotiva, altrimenti impazzirei. Ma bisogna avere fiducia in Dio. Enorme. O si è una persona di fede, o è meglio abbandonare questo compito. Umanamente non è facile.

Come chiama le persone che la cercano?

Pazienti, o semplicemente fedeli angosciati che hanno bisogno di una risposta.

Il demonio parla?

Attraverso la persona posseduta, certo. E parla con me, è molto forte.

In che lingua vengono effettuati gli esorcismi?

L’esorcismo è un atto della Chiesa, e io faccio quello che la Chiesa mi ordina; si chiede che sia nella mia lingua, io faccio così. Mi piace che i pazienti capiscano, che partecipino. Il latino non è necessario.

Ci sono casi di infestazione di oggetti?

Sì, chiaramente, e anche di animali, case, macchine.

Mi hanno già fatto un esorcismo, nel Battesimo, come a tutti i battezzati. Le persone ne sono consapevoli?

No, assolutamente. Molte persone non sanno che nel sacramento del Battesimo si pratica un esorcismo. Puro e semplice. Quello che faccio è solenne, straordinario. E questo non può essere banalizzato.

La persona percepisce di essere posseduta o sono quelle che convivono con lei a rendersene conto?

Entrambe le cose. O si percepisce o si viene avvisati. Ma ci sono dei sintomi: la persona non riesce a dormire, tenta il suicidio, di tutto. Se parla con qualcuno che conosce un esorcista finisce per venire. Altri arrivano perché non sanno più cosa fare.

E allora lei vede che la persona ha bisogno e pratica un esorcismo. Come si fa?

Mi metto la stola e iniziamo la preghiera di protezione.

Ha bisogno di acqua santa, sale e stola. Basta?

Sì, e il rituale in mano per la preghiera.

Qual è l’aspetto più difficile?

Le rinunce a Satana. Se vedo che le persone si bloccano e non le fanno non andiamo avanti, perché poi sarebbe un rito senza senso. Non si può fare un esorcismo senza rinunciare a Satana.

E come finisce un esorcismo?

Termino con due preghiere. La Madonna per me ha un’importanza molto grande. Propongo la preghiera di San Bernardo a Lei. E una di San Francesco: “Signore, fa’ di me uno strumento della Tua pace…” Ed esorto la persona a tornare a Dio. Non c’è altra via.