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Spiritualità
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Chiudete gli occhi ed esprimete un desiderio… ma non dimenticate di includere Dio!

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Catholic Link - pubblicato il 02/11/20

"Qual è il tuo desiderio più grande?” Mi sono messo a pensare. Se lo chiedessero a me, cosa risponderei?

di padre Enrique Granados

Giorni fa stavo guardando un film e un personaggio ha chiesto all’altro: “Qual è il tuo desiderio più grande?” Mi sono messo a pensare. Se lo chiedessero a me, cosa risponderei?

Questa domanda tanto semplice e tanto frequente mi ha portato a riflettere su quante volte nella vita ci è stata chiesta una cosa del genere. Quando al compleanno ci dicono prima di spegnere le candeline di esprimere un desiderio o da qualche parte dicono di tirare una monetina in un pozzo esprimendo un desiderio…

Nella letteratura e nel cinema vediamo molte storie su questo tema, quello dei desideri. Sembra che in fondo vorremmo tutti che il genio della lampada esaudisse i nostri.

1. Custodiamo tutti dei desideri nel cuore

HAPPINESS
Di Yuganov Konstantin|Shutterstock

Al di là dei racconti, tutti abbiamo dei desideri. Perché? È sbagliato averne? È male esprimerli? Quando chiediamo che si realizzino, a chi lo chiediamo?

Avere dei sogni non è sbagliato. Desideriamo la salute, che le cose migliorino, che si scopra la cura per qualche malattia. Desideriamo un buon lavoro, che un familiare recuperi la salute, alcuni desiderano trovare la ragazza o il ragazzo ideale per formare una famiglia, e la lista potrebbe continuare.

Desideriamo molte cose, dalle più profonde e importanti a quelle più semplici e leggere. Tutte rispondono al desiderio che ha l’essere umano del bene, del bello e della verità – in fondo il desiderio di essere felice.

2. Tra tanti desideri, cosa succede con quelli negativi?

SPARKLE
PK Studio|Shutterstock

Credo che i desideri positivi siano stati posti da Dio nel più profondo del nostro essere, ma c’è un dato che non possiamo dimenticare: ci sono anche desideri negativi, che rispondono alla distorsione di questi grandi aneliti.

Distorsione provocata dal peccato, che fa sì che ci sviamo cercando o desiderando qualcosa di negativo come se fosse positivo. Non è un dato irrilevante, visto che senza di questo ci costerebbe molto capirci.

San Paolo stesso lo spiega dicendo: “Poiché, ciò che faccio, io non lo capisco: infatti non faccio quello che voglio, ma faccio quello che odio” (Rm 7,15).

È importante saper identificare i desideri negativi e lottare per sradicarli dalla mente e dal cuore. Non si tratta di reprimere i desideri, ma di indirizzarli verso il bene, verso ciò che ci renderà veramente felici.

Detto questo, potremmo affondare in ciò a cui anela il nostro cuore, e un elemento fondamentale che ci ha dato il Signore Gesù è scoprire dov’è posto il nostro cuore, perché la nostra vita lo seguirà. “Dov’è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore” (Mt 6,21).

3. Qual è il mio tesoro?

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JEFFREY BRUNO

In altri termini, cosa desidero con tutto il cuore? Quello che ritengo prezioso sarà la guida in base alla quale indirizzare la mia vita. Ad esempio, se voglio guadagnarmi una competenza sportiva, farò di tutto per ottenerla.

Se voglio diventare un professionista competente, quello che farò avrà quell’obiettivo, e se voglio essere santo cercherò con tutto il cuore di seguire l’esempio di Gesù. Non sono necessariamente obiettivi opposti, perché i vari desideri rispondono a piani diversi della vita.

Può darsi che voglia essere santo e al contempo un grande tennista, essere un grande scienziato o arrivare sulla Luna ed essere allo stesso tempo un cristiano eccellente. Ricordiamo che è nella quotidianità che diventiamo santi, e quindi non importa se si è architetti o professori, si può essere anche santi!

Per tutti è ovvio che non basta desiderare le cose. Magari fosse facile come soffiare sulle candeline della torta per far realizzare i sogni!

4. Desidera, e desidera in grande, ma agisci anche

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Anton Petrus | Shutterstock

Perché le cosa accadano bisogna sforzarsi, lottare ed essere costanti. Metterci davvero anima, cuore e vita. È un cammino di sforzo personale.

E tuttavia ci saranno cose che non dipenderanno da noi, ma da Dio. Ci sono situazioni dure e difficili che ci sfuggono dalle mani, che non dipendono dal nostro controllo.

Quando accade questo, bisogna mettersi nelle mani di Dio e confidare nella sua misericordia, come ci ha insegnato Gesù nell’Orto degli Ulivi: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Però non la mia volontà, ma la tua sia fatta” (Lc 22, 42).

Il Signore ci capisce, sa che quello che vogliamo dire è: “Dio mio, Tu sai che desidero questo, ma se è la Tua volontà che si compia oppure no, donami la forza per accettare ciò che vuoi”.

Quanto è bello riconoscere che desideriamo tutti cose buone, ricordando che abbiamo bisogno di impiegare tutti i nostri sforzi e la nostra speranza per far sì che si compiano. Chiediamo a Dio di poter incamminare tutti i nostri desideri verso il bene e di saper lottare per allontanarci dal male.

Dato curioso

Mi sono messo a pensare da dove derivi la tradizione di soffiare sulle candeline. Ho indagato un po’ e ho scoperto che questa tradizione risale agli antichi Greci, che spesso bruciavano delle candele come offerte a dèi e dee.

Per loro, mettere le candele su un dolce era un modo speciale per rendere omaggio alla dea greca della luna, Artemisia, e sfornavano dolci tondi a simboleggiare la luna.

Guardando tutto questo in chiave cristiana, è ovvio che i nostri desideri non andranno alla dea greca della luna la prossima volta che soffieremo sulle candeline. I nostri desideri vanno affidati a Dio, solo a Lui, perché ci illumini con la Sua luce e il Suo amore ci guidi a ogni passo.

Pensate bene al vostro prossimo desiderio, e che Dio vi benedica!

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link.

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