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Le cattive amicizie dei figli adolescenti: una spina nel fianco dei genitori

TEENAGE ADDICTIONS,

golubovystock | Shutterstock

Silvia Lucchetti - pubblicato il 30/10/20

Le turbolenze dei figli adolescenti sono spesso legate al grado di tossicità delle amicizie frequentate. Consigli per quando è il caso di allarmarsi e cosa fare

Nell’esperienza dei genitori con figli adolescenti uno dei motivi principali di preoccupazione risiede nelle relazioni extrafamiliari che i ragazzi coltivano di persona o mediante la Rete, la quale consente loro – anche in tempi di pandemia – di mantenersi sempre in contatto con i pari. Ne parla in maniera approfondita la dottoressa Elena Buday, psicologa e psicoterapeuta, in un articolo sul nuovo numero di Psicologia contemporanea.

Figli adolescenti e nuova “famiglia sociale”

Gli adulti, nell’infanzia assoluti gestori della socialità dei propri figli, con l’arrivo dell’adolescenza vengono sempre più emarginati, quando non addirittura esclusi dalla nuova “famiglia sociale” in cui essi cominciano a riconoscersi.

Processo di separazione ed individuazione

Lo sviluppo di nuove amicizie, e di una vita sociale non più legata unicamente alle relazioni familiari, spiega la psicologa, è una delle componenti fondamentali di quel più vasto processo di separazione ed individuazione del ragazzo che lo porterà a definire la sua identità, divenendo un soggetto altro dai suoi genitori e dalle loro aspettative.

In questo passaggio esistenziale, continua l’autrice, l’identità dell’adolescente è in fase di definizione per cui è particolarmente influenzabile dal contesto ambientale e dai relativi influssi.

Tendenza alla trasgressione

È presente una tendenza alla trasgressione nella ricerca dei propri valori personali, e il controllo delle emozioni è ancora labile con il rischio di esserne travolti o di difendersene cercando di anestetizzarle: tutto ciò rende l’adolescente estremamente vulnerabile di fronte ai condizionamenti sociali ed amicali.

La favola di Pinocchio che nel suo percorso di autonomia incontra sulla sua strada vari compagni che lo fanno deragliare dalla retta via è al riguardo emblematica.

TEENAGE GIRL
WAYHOME studio | Shutterstock

Quando preoccuparsi?

Quali sono quindi gli indicatori che devono far preoccupare i genitori allarmati perché i loro figli adolescenti appaiono irriconoscibili, facendo temere loro che essi frequentino brutte compagnie e, nonostante i sani insegnamenti trasmessi in famiglia, stiano incamminandosi su cattive strade?


YOUNG GIRL,

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I livelli di allarme

Leggero: si evidenziano importanti cambiamenti nei gusti, di linguaggio, di atteggiamenti, abitudini, tipo di musica ascoltata e canticchiata (ad esempio il ragazzo comincia a ripetere continuamente le strofe impronunciabili di uno dei tanti rapper che spopolano al momento).

Moderato: si assiste alla vivace contestazione dell’autorità genitoriale, dei valori trasmessi e delle regole domestiche in relazione ai principi che informano il gruppo di pari frequentato (ad esempio l’adolescente pretende di stare fuori tutta la notte e rientrare a casa all’alba dopo aver fatto colazione con gli amici, o commenta come inutile frequentare la scuola affermando che quello che essa propone sono tutte cavolate, a differenza di quanto di interessante trae dalle sue compagnie reali e virtuali).

Grave: si registra l’impossibilità di esercitare un minimo controllo educativo, il fatto che la scuola viene abbandonata o lungamente disertata, la messa in atto di comportamenti illegali o rischiosi, l’uso di sostanze stupefacenti.

Allarme grave

Quando ci si trova di fronte a queste ultime situazioni le origini del problema difficilmente possono essere ricondotte esclusivamente alla frequenza del ragazzo con gruppi di riferimento devianti, spiega la dottoressa. Generalmente si tratta dell’emergenza di difficoltà evolutive più generali e antiche che attengono al contesto ambientale nel suo complesso.

In questi casi è essenziale che la famiglia si rivolga ad un serio professionista in quanto è elevato il rischio che si strutturino stabilmente disturbi comportamentali o della personalità nel suo insieme.

Allarme lieve

Quando invece le situazioni sono quelle tipiche dell’allarme lieve, esse non costituiscono quasi mai aspetti significativamente problematici, ma riconducibili alla fisiologica dinamica di contestazione e differenziazione insita nel processo evolutivo dell’adolescenza.

Allarme moderato

Nel caso di segnali inquadrabili nell’allarme moderato è consigliabile almeno consultarsi con un esperto per decodificare correttamente il significato ed il peso specifico da attribuire alle manifestazioni osservate, senza spaventarsi, sottolinea Buday, ma anche senza minimizzare.

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Peter Snaterse - Shutterstock

Consigli di massima per i genitori di figli adolescenti

Alcuni consigli forniti dalla dottoressa Buday che insegna e fa parte del comitato scientifico della Scuola di psicoterapia dell’Adolescenza del Giovane adulto:

Non “paranoicizzare”

Se di fronte a figli adolescenti che non si riconoscono più e che destano preoccupazioni per i loro comportamenti è comprensibile sospettare che la causa risieda nella frequenza di cattive compagnie, è quasi sempre opportuno da parte dei genitori contenere la tendenza a “paranoicizzare” questi rapporti. In quanto ciò impedisce loro di vedere la situazione evolutiva dei ragazzi a tutto tondo, e fornire il miglior aiuto di cui hanno bisogno.

Dare strumenti per riconoscere i pericoli

È illusorio pensare di poter proteggere i figli adolescenti da tutti i rischi del mondo esterno. Ciò che è veramente importante è cercare di dare loro strumenti per riconoscere i pericoli, non commettere errori quando e per quanto è possibile, e farne invece positivamente tesoro in caso contrario.

Non attaccare e svalutare le amicizie frequentate

Tentare di affrontare il problema lanciando divieti, o attaccando e svalutando le amicizie frequentate per riprendere il controllo del suo comportamento rischia di innalzare il livello di conflitto, incoraggiando di fatto i figli adolescenti a mentire o a agire di nascosto, ed aumentare il suo legame con il gruppo da cui si vorrebbe staccarlo.

Non fare gli amici dei figli ma neppure i nemici

Per risultare vittoriosi nel confrontarsi con l’amicizia tossica del figlio, un genitore non deve cadere nella tentazione di proporsi come il suo miglior amico,ma nemmeno di impersonare il ruolo del nemico, illudendosi di avere il potere di vietare apoditticamente e senza motivazioni convincenti quello da cui in quel momento il ragazzo è così intensamente sedotto.




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Educare i figli al senso critico

Per fornire validi anticorpi contro le brutte amicizie è necessario educare i figli fin da bambini al senso critico e non alla passiva sottomissione – nemmeno nei confronti dei genitori – perché in caso contrario alla dipendenza acritica da essi è facile si sostituisca in adolescenza la speculare dipendenza acritica da compagnie tossiche.

I rischi che dobbiamo accettare

Quando si afferma, a torto o ragione secondo i punti vista, che fare i genitori è una missione impossibile, il pensiero va automaticamente alla fase dell’adolescenza, a quelmomento straordinario e burrascoso in cui l’individuo si orienta verso il mondo sociale delle relazioni ridimensionando la centralità del contesto familiare.

Il rapporto e il confronto tra pari con il tessuto delle relazioni amicali sono essenziali per definire e maturare la propria identità: questo passaggio è ineludibile e come ogni transizione comporta inevitabilmente dei rischi che come genitori dobbiamo accettare, confidando principalmente nella profondità ed autenticità del “dialogo” che abbiamo instaurato con i nostri figli durante tutta l’infanzia.

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