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Le teste dei santi immerse nell’acqua per irrigare i campi

LAS MOJADAS

Orbis-Mediaevalis-(CC-BY-SA-4.0)

Maria Paola Daud - pubblicato il 29/10/20

Due santi, una fonte e una curiosa tradizione spagnola

In un paese della provincia di Segovia (Spagna) chiamato Caballar, si svolge una variopinta festa della tradizione popolare che deriva da un’antica leggenda: “Las mojadas de los santos” (Le immersioni dei santi).

I santi che si celebrano in questa festa sono i fratelli San Valentino e Santa Engracia, a loro volta fratelli di un altro santo locale molto conosciuto, San Fruttuoso l’eremita.

I santi hanno vissuto alla metà dell’VIII secolo, e la leggenda dice che a differenza di Fruttuoso, che morì in pace poco dopo l’invasione degli arabi, in cui intervenne in qualche modo per convertire alcuni musulmani, il fratello Valentino e la sorella Engracia morirono decapitati dai mori, che tagliarono loro la testa perché non avevano voluto rinnegare la propria fede.

I loro corpi vennero trasferiti a Segovia per essere venerati accanto a quello del fratello Fruttuoso, mentre le teste, per un certo periodo andate perdute, vennero ritrovate nella località di Caballar, nella fonte nota da allora come Fonte Santa.

Un’altra leggenda risalente a otto secoli dopo racconta che nella regione si verificò una grande siccità, e gli abitanti del luogo chiesero un miracolo ai santi. Fu allora che si decise di portare le teste dei santi e di “immergerle” dove erano state trovate. Poche ore dopo iniziò a cadere una pioggia così abbondante da strappare lacrime di gioia a tutti i credenti.

Da allora, ogni volta che c’è una siccità, non solo a Caballar, ma anche nei paesi vicini come Turégano, Fuentepelayo e Pedraza, con il permesso del vescovo si inizia una serie di preghiere che include la Messa, si bagnano le teste dei santi nella fonte e con l’acqua si irrigano i campi perché piova e ci sia un buon raccolto.

Nel frattempo la gente grida “Acqua, santi benedetti! Acqua per i campi!” Il sacerdote introduce per tre volte nell’acqua che sgorga dalla terra le teste dei santi. Si dice che nel momento in queste toccano l’acqua assumano un colore rossiccio, come di carne umana, e sprigionino un calore molto forte. Questo fatto sembra avere una spiegazione scientifica, visto che i sali dell’organismo presenti nelle ossa a contatto con l’acqua producono quel colore.

I crani vengono introdotti nell’acqua in una cesta di vimini o in un panno bianco perché non cada alcun frammento delle ossa, perché secondo la tradizione se qualche pezzo cadesse nell’acqua, com’è avvenuto in un’occasione, non smetterebbe di piovere finché non venisse ritrovato e tirato fuori.

Finora si sono realizzate 33 “mojadas”, e ha piovuto 29 volte. Si dice che dopo una di quelle volte la pioggia sia caduta incessantemente per giorni e giorni, perché nella fonte era rimasto un pezzetto delle reliquie dei santi. Per questo, da quella volta si prendono le precauzioni necessarie per evitare che accada di nuovo.

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