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padre Carlos Padilla - pubblicato il 28/10/20

Quando amo e sono amato, quando sono in pace con la mia vita, la realtà smette di essere qualcosa di duro e violento

L’Alleanza d’amore con Maria è il mio cammino di santità. Guardare a Lei nel Santuario e confidare. Lasciare lì il mio cuore e ricevere in cambio il suo. Questo scambio così impari di cui beneficio sempre.

Sembra ingiusto, ma mi rallegra. Posso prostrarmi lì come figlio e riposare tra le sue braccia di Madre. Mi aspetta sempre, anche se io ne dubito.

Perché applico le mie categorie mondane, umane, e temo il rifiuto. Penso che se arrivo sporco Lei non vorrà curarmi né pulire le mie macchie. Quel modo di guardare la vita così limitato, così povero…

Maria non è così. Si rallegra semplicemente vedendomi tranquillo alla porta, con pudore, con paura. Mi guarda, mi ama e si avvicina a me. Mi abbraccia con tenerezza e mi solleva dal suolo.

E in quel momento sperimento la sua misericordia. Mi ama più di quanto io amo me stesso. Molto di più. Mi sostiene quando sono spezzato. Mi salva quando sono perduto. Mi ricorda chi sono quando io lo dimentico. Accarezza le mie ferite quando io non so curarmi.

Così è mia Madre, che non dimentica che sono un bambino ferito. E mi guarda con quell’amore profondo che mi ricompone quasi senza che me ne renda conto.

Mi protegge nella sua anima come quando ero protetto nel grembo di mia madre. Mi sento di nuovo a casa, sicuro. È il punto di partenza della mia salvezza.

Lo è sempre stato, e torna ad esserlo ogni volta che cerco nuovamente l’incontro con lei. Quella presenza che trasforma tutto nella mia vita.

Voglio crescere in questo cammino di donazione, approfondire la mia Alleanza d’Amore con Maria.

Spesso mi costa tanto comprendere e accettare i progetti di Dio… Non so cosa mi chiede, e quando nella mia vita capita qualcosa di difficile non lo accetto.

Guardo il futuro e lo vivo con paura e angoscia pensando a tutto quello che posso perdere, a tutto quello che può andare male. Mi costa tanto vivere con pace e allegria, protetto nell’oscurità della croce.

Forse l’immagine di Dio che ho impressa nel cuore è quella che mi spaventa. Mi fa paura avvicinarmi troppo a Lui – non sia mai che poi mi chieda proprio quello che non desidero dargli, quei progetti a cui non voglio rinunciare.

In epoche convulse come quella che viviamo diventa più pressante un cambio di prospettiva, una maturazione nella mia fede e nel modo di intendere la vita. La crisi attuale mi mette di fronte ai miei limiti.

Guardo Maria che mi aspetta come sempre alla porta della mia vita. Mi è ben chiaro che o passo la vita ancorato a Dio e fiducioso o mi lascio trascinare inerme, pieno di amarezza, dalla corrente della vita. Diceva padre José Kentenich nel 1939:

“Se abbiamo messo la nostra vita completamente a disposizione di nostra Madre, Ella, in modo simile, si dona totalmente a noi: il suo braccio potente, il Bambino tra le sue braccia, la lingua di fuoco sulla sua testa, nelle sue orecchie l’Ave, sulle sue labbra il Magnificat e la spada a sette lame nel cuore” [1].

Maria viene da me per riscattarmi. Non mi lascia vivere nella paura, incapace di prendere decisioni. Mi insegna a lottare per acquisire quella conformità alla volontà di Dio che mi farebbe tanto bene.


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Vorrei dire quello che diceva un missionario in tempi difficili: “È proprio quello che volevo!”
Non lo è, ma quando amo e sono amato, quando sono in pace con la mia vita, la realtà smette di essere qualcosa di duro e violento.

Mi adatto a quello che ho davanti agli occhi e traggo il massimo profitto da tutto ciò che capita. Non mi intristisco più tanto per sconfitte e perdite.

E so trarre dal fallimento l’insegnamento migliore. In tutto ciò che mi accade, permesso o voluto da Dio, traggo profitto per la vita.

Da un male traggo un bene. Da un’assenza un guadagno. Da una vita nella precarietà un cammino per crescere in santità.

L’amore di Dio, l’amore di Maria, è così grande che quello che mi accade ha sempre a che vedere con la mia felicità, anche se sul momento mi sembra tutto il contrario.

Maria mi ama, e per questo riposo in Lei, protetto. Sono suo figlio, suo alleato. Do anticipatamente il mio “Sì” a Dio al momento di affrontare la vita e tutto quanto in essa può accadermi.

Dico di sì, che amo il suo cammino, che sono felice in quello che devo affrontare. Offro in anticipo la mia disposizione nei confronti di quello che può capitarmi. Metto le mie paure nelle sue mani. Mi fido più di Maria, mia Madre, che di me stesso.

[1] J. Kentenich, Segunda acta de fundación 1939

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