Il regista del documentario “Francesco”, al centro delle polemiche per le false aperture del Papa alle unioni civili, racconta a “Credere” il suo rapporto di lungo corso con il pontefice
«In “Francesco” non racconto il Pontefice ma l’essere umano, come me e te: al centro c’è Bergoglio, l’uomo che è in grado con le sue azioni di ispirare tutti noi. Cercavo dunque qualcosa che ci mostrasse come fermare i disastri imparando dai nostri errori, o qualcuno che potesse unire le persone, ponendosi come esempio di vera leadership. È così che sono arrivato al Santo Padre». Con queste parole, nell’intervista pubblicata sul settimanale “Credere”, in edicola da giovedì 29 novembre, il regista Evgeny Afineevsky spiega perché da ebreo ha scelto di dedicare un documentario alla figura di Papa Francesco, il capo della Chiesa cattolica. Quel documentario che, dopo la presentazione alla Festa del cinema di Roma, ha scatenato polemiche in tutto il mondo per le false dichiarazioni del Papa, riportate in un passaggio del film, che aprono al riconoscimento legale delle unioni tra persone dello stesso sesso.