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Terapie intensive in affanno, in 7 regioni già sature le aggiuntive

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Agi - pubblicato il 24/10/20

È quanto emerge da un report pubblico da Altems dell'università Cattolica che sottolinea inoltre che "la letalità è ridotta rispetto a marzo"

Terapie intensive in affanno in questa seconda ondata pandemica . E’ quanto emerge dalla 25esima puntata dell’Instant Report Covid-19, iniziativa dell’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems) dell’università Cattolica di confronto sistematico dell’andamento della diffusione del coronavirus a livello nazionale.

L’analisi riguarda tutte le 21 Regioni e Province autonome. “La venticinquesima edizione dell’Instant Report pone l’attenzione sui posti letto di terapia intensiva, mappando il tasso di saturazione della capacità aggiuntiva di PL di terapia intensiva. L’indicatore – spiega il coordinatore del gruppo di lavoro, Americo Cicchetti – consente di verificare quanto, della capacità produttiva in termini di posti letto di terapia intensiva prevista dai piani di riorganizzazione della rete ospedaliera ed effettivamente implementati, sia in uso”.

“Sette regioni – aggiunge Cicchetti – hanno già esaurito la suddetta capacità. Si tratta del Piemonte, delle Marche, dell’Emilia Romagna, dell’Abruzzo, della Toscana, della Lombardia e della Calabria. Risultano essere quasi al limite la Campania (92%) e la Sardegna (88%). Inoltre, è da attenzionare anche la situazione del Lazio, della Sicilia e della Puglia che hanno occupato più di due terzi della capacità aggiuntiva: rispettivamente 73%, 69% e 68%.

L’indicatore in questione non è stato calcolato per l’Umbria che al momento non ha implementato alcun posto aggiuntivo”. “Inoltre – aggiunge – lo stesso indicatore mostra che sono sette le regioni che stanno utilizzando i posti letto di terapia intensiva in dotazione strutturale per rispondere alle esigenze dei malati covid-19″.

Per la precisione, si tratta di Umbria (29%), Piemonte (10%), Marche (6%), Emilia Romagna (4%), Abruzzo (3%), Toscana (1%) e Lombardia (1%). “Il tasso di saturazione dei posti letto di terapia intensiva – sottolinea Cicchetti – continua a crescere, rispetto alla settimana precedente, di 7,6 punti percentuali considerando la dotazione di posti letto di terapia intensiva PRE DL 34/2020 e di 4,6 punti percentuali considerando la dotazione di posti letto di terapia intensiva POST DL 34/2020”.

Letalità ridotta rispetto a marzo

La letalità di Sars-Cov-2 in Italia sembra essersi notevolmente ridotta da marzo. La letalità apparente nelle Regioni dal 14 al 20 ottobre, cioè il rapporto tra pazienti covid deceduti e totale dei positivi, è infatti pari a 0,27%. Nei 7 giorni tra il 18 e il 24 marzo 2020 la letalità grezza apparente, a livello nazionale, era il 6%.

In una settimana raddoppiati gli attualmente positivi

I dati (al 20 Ottobre) mostrano che la percentuale di casi attualmente positivi (n = 142.739) sulla popolazione nazionale è pari allo 0,24% (quasi raddoppiato rispetto ai dati del 13/10 in cui si registrava lo 0,14%). La percentuale di casi (n= 434.449) sulla popolazione italiana è in sensibile aumento, passando dallo 0,61% allo 0,72%.

Il primato per la prevalenza periodale sulla popolazione si registra nella Valle d’Aosta (1,61%), nella P.A. di Trento e Lombardia (1,29%), seguita da Liguria (1,25%).

Ma è in Valle d’Aosta (0.58%), PA Bolzano (0,36%), Campania (0,34%), Toscana (0,31%) e Umbria (0,30%) che oggi abbiamo la maggiore prevalenza puntuale di positivi, con valori in leggero aumento nelle altre regioni, e con un media nazionale pari a 0,24% (sensibilmente in aumento rispetto ai dati del 13/10).

Dal report #25 è stata analizzata la prevalenza periodale che corrisponde alla proporzione della popolazione regionale che si è trovata ad essere positiva al virus nell’intervallo di tempo considerato (casi già positivi all’inizio del periodo più nuovi casi emersi nel corso del periodo).

In particolare, è stata individuata, come soglia di riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: proprio la settimana appena trascorsa, tra il 14 ed il 20 ottobre, è ad oggi il periodo in cui si è registrata la massima prevalenza periodale in Italia (256 casi ogni 100.000 residenti).

Il valore massimo si registra in Valle D’Aosta (598 casi ogni 100.000 residenti), seguita da Liguria (399 casi ogni 100.000 residenti). Il dato più basso si registra in Calabria (71 casi ogni 100.000 residenti). Inoltre, il 20 ottobre è anche la data in cui si è registrata la massima prevalenza puntuale in Italia (237 casi ogni 100.000 residenti).

Il valore massimo si registra in Valle D’Aosta (578 casi ogni 100.000 residenti), seguita da PA Bolzano (356 casi ogni 100.000 residenti). Il dato più basso si registra in Calabria (65 casi ogni 100.000 residenti). Quanto alla prevalenza derivante dal confronto negli ultimi mesi (Prevalenza periodale del 22 agosto-20 settembre e del 21 settembre-20 ottobre per 100.000 abitanti) si denota come nella maggior parte delle regioni tale indice è raddoppiato.

In particolare, nell’ultimo mese la prevalenza di periodo nei 30 giorni è più che raddoppiata. La differenza più significativa riguarda la Liguria, la provincia di Trento, e la Campania. In particolare, il valore nazionale della prevalenza di periodo è incrementato notevolmente passando da 95,48 (nel periodo 22 agosto-20 settembre) a 298,82 (nel periodo 21 settembre-20 ottobre).


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Nell’ultima settimana aumentano i ricoveri al Nord

Analizzando l’andamento dei pazienti ricoverati sui positivi, ci sono delle differenze tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud. Si segnala un trend in aumento in Friuli-Venezia-Giulia, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, nella P.A. di Trento, in Piemonte ed in Toscana. L’indicatore subisce una variazione meno marcata ma comunque in aumento nelle regioni Valle d’Aosta e Veneto.

La P.A di Bolzano è l’unica regione in cui l’indicatore subisce una lieve diminuzione durante l’ultima settimana. Il valore medio registrato nell’ultima settimana nelle Regioni del Nord dall’indicatore è pari a 6,21% (in aumento rispetto alla scorsa settimana che era pari a 5,26%).

Nelle Regioni del Centro si registra un andamento in diminuzione durante l’ultima settimana nel Lazio, in Abruzzo ed in Molise. Nelle Marche l’indicatore subisce una variazione in aumento. In Umbria l’indicatore subisce una variazione in aumento dopo aver registrato un trend in diminuzione nelle ultime tre settimane.

Il valore medio registrato nell’ultima settimana nelle Regioni del Centro dall’indicatore è pari a 7,54% (in calo rispetto alla scorsa settimana che era pari a 8,40%). Nelle Regioni del Sud si registra un trend in diminuzione in Puglia, Campania e Sicilia durante l’ultima settimana. La Sardegna registra un andamento in lieve aumento durante l’ultima settimana.

Il valore medio registrato nell’ultima settimana nelle Regioni del Centro dall’indicatore è pari a 6,57% (in calo rispetto alla scorsa settimana che era pari a 7,35%). Dal report #25 è stato analizzato l’andamento dei ricoveri/residenti per 100.000 abitanti, nelle ultime 2 settimane, che evidenzia il numero di ricoverati totale per covid (ricoveri ordinari e ricoveri in terapia intensiva) in relazione alla popolazione residente.

Sono state individuate la soglia minima e massima che questo indicatore ha raggiunto in Italia, al fine di confrontare le singole Regioni con i valori nazionali: il 1 agosto 2020 erano ricoverati 1,24 casi/100.000 abitanti in Italia (valore minimo); il 4 aprile 2020 erano ricoverati 54,78 casi/100.000 abitanti in Italia (valore massimo). Tutte le regioni si trovano sotto la soglia massima.

Qui l’originale

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