Una riflessione che grida dal profondo del cuore
di Emilio Muñoz Díaz
Sarò chiaro con voi. La mia intenzione è essere diretto, farvi captare il messaggio senza romanticismi, farvi capire davvero ciò che sta accadendo e suscitare quel fuoco di motivazione che vi porti a pensare al cammino che vi è toccato e alla battaglia che dovrete affrontare.
Ci troviamo in un momento cruciale per la nostra spiritualità. Oggi più che mai il mondo è distorto. Ci dicono che va tutto bene, ma non è così; che visto che le cose negative sono ormai normalizzate non è più sbagliato farle. Si sta perdendo molto del buono che era rimasto. Smettiamo di credere che se tutto va bene ed è facile sia positivo e senza conseguenze.
Voglio avvertirvi del fatto che siamo in guerra, e voi decidete da che lato combattere – i tiepidi non servono. Ci troviamo in mezzo a una guerra spirituale, e non credete a chi dice che la società va in una direzione positiva. Ci sono messaggi occulti, c’è malvagità contro di noi, dobbiamo lottare in questo momento cruciale. Per favore, vi supplico di prendere consapevolezza della situazione.
Guardatevi intorno: quali sono le notizie? Che vi dicono le serie? La musica? Gli scioperi? Cosa vi dicono i bambini che muoiono di fame? E i suicidi e l’indifferenza? “Non abbiate paura delle parole dell’empio, perché la sua gloria andrà a finire ai rifiuti e ai vermi” (1 Maccabei 2, 62).
So che vi sembro duro, ma in questo momento è necessario essere taglienti, diretti e decisi. Sto parlando di qualcosa di reale. Vogliono farci credere che siamo deboli, che non possiamo avere il controllo delle cose, che abbiamo bisogno di emozioni rapide ed effimere, ma questo è una farsa. Bisogna coltivare cose che valgono davvero la pena: tutto quello che è buono, bello e vero. Che ci conduce a Dio.
Non è più tempo per essere tiepidi. Saremo forse strani, quelli che vanno controcorrente, che seguono un cammino che va oltre ciò che è terreno, che hanno dato tutto nella vita per compiere questo cammino e aiutare altri a seguirlo.
Gesù è la mia strada

C’è tutto un movimento molto sottile che punta a farvi perdere la vita e l’anima camuffando la cosa con termini e concetti come “spiritualità”, “libertà”, “felicità”…, attaccando la parte emotiva più vulnerabile (New age, materialismo, individualismo, ecc.)
Sentite forse un trasporto nei confronti di qualche cantante, o magari dimenticate la vostra realtà immersi nelle serie di Netflix, che vi anestetizzano. Anche nel cibo, “è solo un altro drink, è sabato, lunedì comincio ad aver cura di me stesso”. O quando perdete ore sulle reti sociali e l’unica cosa che ottenete è deprimervi paragonando la vostra vita a quella altrui.
Sembrerebbe che buona parte di quello che viviamo sia progettato perché continuiate ad essere una pecora che fa la vittima e non riesce a vivere la propria esistenza. Siamo parte del problema, nessuno vi obbliga a vedere le serie, a mangiare fino a scoppiare o a perdere tempo guardando la vita degli altri. Siete voi a decidere, ogni decisione conta, e lo sforzo viene valorizzato nell’amore.
“Dio infatti ci ha dato uno spirito non di timidezza, ma di forza, d’amore e di autocontrollo” (2 Timoteo 1, 7).