Basta con le fake news. Il Vaticano ha pagato nel 2019 oltre 9milioni di euro di tasse. E le polemiche sulle Ici passate non pagate sono pretestuose e false
«Le tasse vanno pagate», ha detto domenica scorsa all’Angelus il Papa. E subito sui social è riesplosa la tiritera sul Vaticano che invece non paga le tasse. Si tratta, come ha riportato Avvenire, di gravi fake news. Smentiamole con numeri veri.
Imu, Tasi, Ires: le tasse pagate dal Vaticano
Tasse pagate nel 2019 in Italia dall’Amministrazione del patrimonio della Santa Sede, l’ente del Vaticano che gestisce gli immobili intestati direttamente alla Santa Sede: 5.750.000 euro di Imu e 354.000 euro di Tasi, versati per oltre il novanta per cento al comune di Roma, dove gli immobili si trovano. Se aggiungiamo 3.200.000 euro di Ires, arriviamo a un totale di oltre 9.300.000 euro.
Non proprio una bazzecola, tenuto conto che queste somme si riferiscono soltanto alla parte di beni amministrati dall’Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica). A queste somme va aggiunto quanto, con gli stessi criteri, pagano la Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli (Propaganda Fide), il Vicariato di Roma, la Cei, gli Ordini e le Congregazioni religiose.
Le polemiche passate sull’Ici
Per l’ennesima volta, come evidenzia Vatican News, bisogna ribadire che sugli immobili dati in affitto – quelli cioè che rendono davvero – da sempre le tasse vengono pagate dal Vaticano senza sconti o riduzioni. In passato, le polemiche furono alimentate perché l’Ici (imposta comunale sugli immobili) prevedeva l’esenzione per gli immobili degli enti senza scopo di lucro, integralmente utilizzati per finalità socialmente rilevanti (per esempio, scuole, mense per i poveri o centri culturali).