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Ogni ricchezza, anche se nostra, rimane sempre un dono di Dio!

NECKLACE,
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Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 19/10/20
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E per questo ha senso solo nella condivisione e non nel semplice possesso. In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio». (Lc 12,13-21)

A volte pensiamo che nel Vangelo Gesù viene tirato in ballo solo davanti a malattie, prove, esperienze di male, ma il passo del Vangelo di oggi ci dice che c’è qualcuno che cerca di tirarLo in ballo anche per questioni che non sono proprio essenziali:

Uno della folla gli disse: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell’abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni».

Le cose non fanno parte della materia essenziale dell’uomo, e quando un uomo fa dipendere la sua vita dalle cose, molto spesso fa una brutta fine. Ecco perché Gesù racconta una parabola in cui il protagonista non è un uomo cattivo, ma un uomo ripiegato su se stesso. Lavora, accumula, allarga i suoi depositi ma sembra completamente ignorare l’esistenza degli altri. I suoi ragionamenti sono solo fra sé e sé, e fra sé e le sue cose:

Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà?.

Infondo Gesù ci aveva già raccomandato di non accumulare tesori sulla terra, ma nel cielo e ci aveva già anche detto che là dove reputiamo sia il nostro tesoro, sta di casa il nostro cuore. Un bene, anche se nostro rimane sempre un dono del Padre e per questo ha senso solo nella condivisione e non nel semplice possesso. Ma Gesù non sta suggerendo una politica ma bensì un atteggiamento del cuore che ognuno dovrebbe avere. Infatti la condivisione se non nasce dalla libertà può generare violenza, ma se nasce dalla libertà produce solidarietà e rende migliore la vita di tutti.

Luca 12,13-21

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