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Il vescovo di Foggia agli assassini del barista: la spirale di morte vi insegue

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Il vescovo di Foggia, mons. Pelvi.

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 16/10/20

Monsignor Vincenzo Pelvi durissimo contro i rapinatori che hanno ferito a morte Francesco Traiano: "Autori di questo delitto, costituitevi"

«Autori di questo delitto, liberatevi dalla spirale di morte che avete generato e che non smetterà di inseguirvi». Durissimo anatema del vescovo di Foggia, monsignor Vincenzo Pelvi, contro gli assassini che hanno ferito a morte Francesco Traiano, commerciante foggiano di 38 anni. Traiano è morto dopo 23 giorni di agonia in ospedale, in seguito alle gravissime ferite riportate nella violenta rapina avvenuta all’interno del suo bar, dove si trovava la mattina del 17 settembre scorso.

“Chi sa, parli”

Durante l’omelia, mons. Pelvi, si è rivolto ai responsabili della morte del barista, chiedendo loro di liberarsi dalla spirale di morte che hanno generato, ma anche a chi ha visto qualcosa: «Chi sa parli altrimenti resta colpevole dell’omicidio», il monito del vescovo di Foggia.

Le pieghe della corruzione

Il vescovo di Foggia ha esortato i cittadini a reagire «al malessere sociale che respiriamo in questa città». Dura la reprimenda contro la corruzione:

«Nelle pieghe di ogni forma di corruzione si nasconde il disprezzo verso quell’insieme indistinto chiamato “la gente”, non più in grado di opporre una resistenza condivisa e critica. Siamo, infatti, testimoni della celerità con cui il sentire superficiale tende a lasciarsi condizionare dalla moda del momento. Ne consegue, così, che ci stiamo abituando alla parola… e ai fatti di corruzione, come se facessero parte della vita normale della società, quasi uno stile accettabile e desiderabile nella convivenza cittadina».




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L’unico antidoto possibile

Di qui l’urgenza di ripristinare la legalità nel campo delle relazioni sociali dove, secondo il vescovo, «l’idea che tutto sia lecito, anche arricchirsi con ruberie, concussioni e corruzioni, illegalità piccole e grandi, omertà. Per ricostruire una cultura della legalità occorre cominciare dal basso promuovendo un’opera di rigenerazione collettiva di nuovi rapporti sociali», ha detto il vescovo di Foggia.

Dopo aver esortato a costituirsi agli assassini del commerciante, ha concluso così: «Francesco, giovane buono e mite, che faticò, amò e gioì, ora è nell’abbraccio di Dio» (Foggia Today, 14 ottobre).




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