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L’ amore di Dio ci fa stare in mezzo agli altri a viso scoperto

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don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 16/10/20

Cosa accadrebbe se quello che ci portiamo nel cuore fosse visibile a tutti? L'ipocrisia è vinta dalla certezza che c'è un Padre che si cura di noi, non siamo dimenticati.
In quel tempo, radunatesi migliaia di persone a tal punto che si calpestavano a vicenda, Gesù cominciò a dire anzitutto ai discepoli: «Guardatevi dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia.
Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto.
Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti.
A voi miei amici, dico: Non temete coloro che uccidono il corpo e dopo non possono far più nulla.
Vi mostrerò invece chi dovete temere: temete Colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo dico, temete Costui.
Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio.
Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi valete più di molti passeri». (Lc 12,1-7)
“Guardatevi dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti.”. Quante cose cambierebbero se quello che ci portiamo nel cuore fosse visibile a tutti. Forse molti di noi perderebbero la faccia e la buona fama.
E questo perché il cuore delle volte è come un tappeto sotto cui mettiamo tutta la sporcizia che per il politicaly correct normalmente non vogliamo far vedere agli altri. Dobbiamo imparare invece ad alzare sistematicamente il tappeto del nostro cuore e a fare una sana pulizia. Dobbiamo far riconciliare il dentro con il fuori. Quello che pensiamo con quello che diciamo. Quello che ci portiamo dentro con le decisioni che prendiamo all’esterno. L’ipocrisia di cui parla Gesù è quel fingere che alla fine miete come unica vittima noi stessi.
Chi indossa troppo una maschera alla fine dimentica chi è davvero e vive con la paura che qualcuno possa scoprirlo, fargliela cadere, e magari far emergere tutto quel vuoto che ci spaventa. Ma noi non siamo vuoti al fondo di noi stessi. Noi non siamo delle brutte persone. C’è bellezza dentro di noi. Dobbiamo tornare a credere a quanto siamo belli dentro. Questa bellezza si chiama autenticità. E una persona è disposta ad essere autentica solo se fa una profonda esperienza d’amore. Infatti è l’amore che fa cadere le maschere e ci fa andare a viso scoperto. Ma l’amore è sapere che c’è qualcuno che ha cura di noi. Ecco perché Gesù usa la suggestiva immagine conclusiva del brano di oggi: “Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi valete più di molti passeri”. Noi non siamo dimenticati, non siamo soli, non siamo in balia del caso o degli eventi. Ogni cosa di questa vita accade sempre in braccio a Qualcuno.
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