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I 5 libri più belli della settimana scelti per le donne

WOMAN, READING, SEA
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Annalisa Teggi - pubblicato il 16/10/20
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Solo trovandomi davanti i 5 titoli scelti per questa settimana, mi sono resa conto che li legava il tema del silenzio. Che pure compare solo in uno dei titoli che vedrete. C’è un mondo che si apre osservando dal pertugio di un occhio che tace.

Fare e tacere

La nostra amica Zarish Neno, ad esempio, ha raccontato la sua storia di cristiana nel Pakistan nel suo libro Una piccola matita: ed è una voce che al silenzio non si è rassegnata. Dare testimonianza della propria fede costa caro alle latitudini in cui è nata e cresciuta, ancora più azzardato mettere in piedi un’opera educativa per offrire ai bambini più poveri la possibilità di andare a scuola. La piccolezza è la chiave di tutto, ha la stessa forza del lievito nella farina.

Il silenzio può anche essere una via di salvezza. Lo testimonia la storia di Fernanda Wittgens nel romanzo L’allodola: fu la prima donna direttrice della Pinacoteca di Brera e durante il secondo conflitto mondiale si adoperò per aiutare familiari, amici, ebrei e perseguitati di ogni tipo ad espatriare. Se questo era un contesto in cui era necessaria la segretezza e il tacere, ci fu un caso in cui invece alzò la voce: è grazie a lei se la Pietà Rondadini di Michelangelo rimase in Italia, a Milano.

Presenze esuberanti

Nella vita di coppia c’è spazio per il silenzio? Lo stereotipo ci risponderebbe di no, ma per riflettere senza i filtri del pensiero dominante sul cuore di ogni vero legame affettivo vi offriamo le ipotesi che hanno raccolto Cristina Righi e Giorgio Epicoco nel loro Lui con noi. E talvolta accade il miracolo strepitoso che, quando un uomo e una donna chiudono la bocca, riescano a sentire la voce di Chi li tiene davvero uniti.

Nessuno più di un musicista conosce il senso potente di una pausa, il valore di accompagnare i suoni col silenzio. Juri Camisasca non parla solo di musica nel suo La risposta è nel silenzio, ma scende nei meandri della spiritualità e di quelle domande grandi che maturano meglio senza essere sovraccaricate di parole urlate.

E ho tenuto per ultima un’amica con cui prima o poi vorrei fare una chiacchierata su come «scavando nel silenzio» – direbbe Ungaretti – il poeta trova le sue parole. Maria Donata Villa vive nella Pianura Padana in cui la nebbia è una compagna di vita che ci ricorda il nostro limite di sguardo e insieme ci invita ad andare oltre l’apparenza. A fondo. Nelle sue fotografie ritrovo la curiosità che c’è nella sua poesia, un occhio che abita e attende, riconosce l’abbraccio del domestico e si spinge più in là. La sua ultima raccolta è Verso Fogland, di cui ho assaggiato alcuni tocchi di vera maestria espressiva come questo:

la stanchezza è una cattiveria veniale

che si annida tra scapola e scapola

nella fatica delle liturgie

quotidiane e misurate

(e liberaci dal male

delle calze non trovate)