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Sapete com’è stata scritta la Bibbia?

BIBLIA

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Editrice Cléofas - pubblicato il 14/10/20

Senza la Tradizione della Chiesa non avremmo la Bibbia. Sant'Agostino diceva “Non crederei al Vangelo se non mi ci inducesse l'autorità della Chiesa cattolica”

Come sono stati scritti i primi libri della Bibbia?

I testi della Bibbia hanno iniziato ad essere scritti fin dai tempi precedenti a Mosè (1200 a.C.). Scrivere era un’arte rara e cara, perché lo si faceva su tavole di legno, papiro o pergamena. Mosè fu il primo a codificare le leggi e le tradizioni orali e scritte di Israele. Queste tradizioni vennero aumentate a poco a poco da altri scrittori nel corso dei secoli, senza che ce ne fosse una catalogazione rigorosa. Si è così formata la letteratura sacra di Israele. Fino al XVIII secolo d.C., si ammetteva che Mosè avesse scritto il Pentateuco (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio), ma negli ultimi secoli gli studi hanno mostrato che non dev’essere stato lui l’autore.

La teoria accettata dalla Chiesa cattolica è questa: il popolo di Israele, da quando Dio chiamò Abramo da Ur dei Caldei, ha formato la sua tradizione storica e giuridica. Mosè dev’essere stato l’autore della prima codifica delle Leggi di Israele, per ordine di Dio, nel XIII secolo a.C.. Dopo Mosè, il blocco di tradizioni è stato arricchito con nuove leggi per via dei cambiamenti storici e sociali di Israele. A partire da Salomone (972 – 932), è esistito alla corte dei re, sia di Giuda che di Samaria (regno scismatico dal 930 a.C.), un gruppo di scrittori che rispettavano le tradizioni di Israele. Erano gli scribi e i sacerdoti, e dal loro lavoro sono nate quattro collezioni di narrazioni storiche che hanno dato origine al Pentateuco:

1. Collezione o codice Javista (J), in cui predomina il nome Jahvè. Ha uno stile simbolista, drammatico e vivo; mostra Dio molto vicino all’uomo. Ha origine nel regno di Giuda con Salomone (972 – 932).

2. Il codice Eloista (E), in cui predomina il nome Elohim (=Dio). È stato redatto tra il 850 e il 750 a.C. nel regno scismatico della Samaria. Non usa tanto l’antropomorfismo (rappresenta Dio a somiglianza dell’uomo) del codice Javista. Quando si è verificata la caduta del regno della Samaria, nel 722 da parte degli Assiri, il codice E è stato portato nel regno di Giuda, dove c’è stata una fusione con il codice J, dando origine al codice JE.


MOÏSE LAW TABLE, RAPHAEL

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3. Il codice (D) Deuteronomio (= ripetizione della Legge, in greco). Si crede che abbia avuto origine nei santuari del regno scismatico della Samaria ripetendo la legge a cui si obbediva prima della separazione delle tribù. Dopo la caduta della Samaria (722), questo codice dev’essere stato portato nel regno di Giuda, e tutto indica che sia stato custodito nel Tempio fino al regno di Giosia (640 – 609 a.C.), come si vede in 2 Re 22. Il codice D subì delle modifiche, e la sua redazione finale è del V secolo a.C., quando venne annesso alla Torah. Nel Deuteronomio si osservano cinque “deuteronomi” (ripetizioni della legge). La grande caratteristica del Deuteronomio è lo stile forte che ricorda le esortazioni e le prediche dei sacerdoti al popolo.

4. Il codice Sacerdotale (P). Probabilmente i sacerdoti ebrei durante l’esilio di Babilonia (587 – 537a.C.) avevano redatto le tradizioni di Israele per esortare il popolo in esilio. Questo codice contiene dati cronologici e schemi genealogici, legando il popolo in esilio ai patriarchi, per mostrare che è stato Dio stesso a scegliere Israele perché fosse una Nazione sacerdotale (Es 19,5s). Il codice P sottolinea il Tempio, l’Arca, il Tabernacolo, il rituale, l’Alleanza. Tutto indica che nel V secolo a.C. un sacerdote, forse Esdra, abbia fuso i codici JE e P, collocando come appendice il codice D, formando così il Pentateuco o Torah come l’abbiamo oggi. Se non fosse per la Chiesa cattolica non esisterebbe la Bibbia come l’abbiamo oggi, con i 73 libri canonici, ovvero ispirati dallo Spirito Santo.

È stato nel corso di un lungo processo di discernimento che la Chiesa, fin dall’epoca degli apostoli, ha “modellato” la Bibbia e ha scoperto i libri ispirati. Se credete al dogma dell’infallibilità della Chiesa, allora si può credere alla Bibbia come Parola di Dio, ma se non ci si crede la Bibbia perde la sua infallibilità.


San Jerónimo

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Ci sono voluti alcuni secoli perché la Chiesa arrivasse alla forma finale della Bibbia. In vari Concili, alcuni regionali e altri universali, la Chiesa ha studiato il canone della Bibbia, ovvero il suo indice.

Il Catechismo della Chiesa e il Concilio Vaticano II garantiscono che “è stata la Tradizione apostolica a far discernere alla Chiesa quali scritti dovessero essere compresi nell’elenco dei Libri Sacri” (DV 8; CCC,120).

Senza la tradizione della Chiesa, quindi, non avremmo la Bibbia. Sant’Agostino diceva “Non crederei al Vangelo se non mi ci inducesse l’autorità della Chiesa cattolica” (CCC, 119).

Prof. Felipe Aquino


Codex Vaticanus

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