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Natuzza Evolo, intervista al Postulatore: la sua santità non è nelle stigmate

NATUZZA EVOLO

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 13/10/20

Don Enzo Gabrieli segue la Causa di Beatificazione di Natuzza e dice: "I segni più grandi della santità della mistica di Paravati li dobbiamo cercare nell’esercizio, se c’è stato, delle virtù cristiane in grado eroico"

Natuzza Evolo presto sugli altari? Don Enzo Gabrieli, Postulatore della causa di beatificazione della mistica calabrese, in una intervista al giornalista Pino Nano di Prima Pagina News, spiega che i tempi sono ancora lunghi.

«Il percorso sarà abbastanza lungo – dice don Enzo nell’intervista a primapaginanews.it (12 ottobre) – per questa che è chiamata la fase diocesana dell’inchiesta. Non bisogna avere fretta, per non tralasciare nulla in questo momento di raccolta di tutti i dati storici, le testimonianze, la fama di santità e l’esercizio delle virtù di mamma Natuzza. Non “santi subito”, come diceva il cardinale Amato, ma “santi sicuri”. Questa è la chiave di volta del lavoro del tribunale diocesano e della postulazione, che con grande accuratezza e rigore sta raccogliendo tantissima documentazione».

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“Ci aspettano ancora anni”

Secondo il Postulatore «ci aspettano ancora, a mio parere, anni di lavoro paziente e allo stesso tempo meraviglioso. Perché dovunque ci si muova, ascolti racconti di grazie ricevute, contempli l’opera di Dio che si manifesta attraverso l’intercessione di Natuzza, ti arricchisci con la testimonianza di chi ha ritrovato la speranza, la via della fede, e di chi ha sperimentato attraverso di lei la carezza di Dio».

Le “grazie” di Natuzza

Tanti poi, sono i casi segnalati di presunte guarigioni di Natuzza Evolo, chiamata anche la “mistica di Paravati”, suo paese di origine. Tanti anche i presunti miracoli. «Per tutto questo stiamo chiedendo supplementi di documentazione. Chi li narra è convinto che Dio abbia operato attraverso l’intercessione di Natuzza, ma per le cause è necessario che le testimonianze ovviamente siano supportate da documentazione ineccepibile».

«Molti miracoli – precisa don Enzo – rientrano nella categoria delle “grazie”, pure importanti, ma che è molto difficile provare secondo le procedure. Queste vanno però ad alimentare la mole delle testimonianze sulla vita, la fama di santità, sul particolare ministero di maternità, di consolazione, di speranza, che la nostra serva di Dio ha esercitato per quasi tutta la vita nei confronti di folle di devoti che hanno bussato alla porta della sua casa, alla porta del suo cuore».


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“Il ritorno ad un amore per la Chiesa”

Natuzza è stata “miracolosa” per aver riportato tanta gente da Dio. «Anche il ritorno ad un amore per la Chiesa, ad una imitazione delle sue virtù in tante persone, fa parte di questo tesoro prezioso. In tutti questi anni sono nati centinaia di gruppi di preghiera, i famosi cenacoli, tanta gente prova, sul suo esempio, ad offrire piccoli e grandi sacrifici, accetta cristianamente anche il momento della sofferenza, si è convinta che la vita non è destinata a finire. Altri ancora provano ad imitare Natuzza nella sua obbedienza fiduciosa alla Chiesa. Credo che questi siano i segni di una vera devozione, e chi fa questo imita il suo percorso di santità».

OItre il misticismo

Il lavoro del Postulatore «non è asettico, o completamente neutro», afferma don Enzo, «incontrando i santi ne resti affascinato, ne cogli immediatamente il profumo, la bellezza, anche la grandezza. Io non voglio anticipare il giudizio della Chiesa su Natuzza, né sui fenomeni che l’hanno accompagnata. Posso però dire che Natuzza ha vissuto con semplicità il Vangelo, allargando la sua maternità a tanti cuori in angoscia. Non è stata mai egoista sui doni che Dio le ha fatto, ha aperto il cuore con carità».

«A me colpisce tanto, più che l’aspetto mistico – chiosa riferendosi sempre a Natuzza Evolo – l’esercizio delle virtù per tutta una vita, il suo amore viscerale per la Chiesa, il suo continuare a fare la madre in famiglia e la consolatrice per tante anime. Mi colpisce profondamente il suo essere stata una donna “afferrata” da Cristo e dalla Vergine Maria».


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La verità sulla stigmate

In questa visione, anche l’autenticità delle stigmate passa in secondo piano. «Anche su questo si sta raccogliendo la documentazione necessaria. Molti hanno scritto con cognizione, altri si improvvisano. Ma una commissione di esperti di questi fenomeni, sia a livello medico e sia a livello teologico, darà il suo parere definitivo».

«Questi segni del sangue – prosegue – ma anche altri fenomeni sui quali la Chiesa indaga e indagherà, non sono i grandi segni della sua santità. Questi fenomeni riguardano lei, e lei soltanto. Come è stato nel caso di San Pio, della Beata Elena Aiello e di altri santi. Questi sono legati al suo speciale carisma, e alla sua partecipazione alla passione di Cristo».

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Le stimmate sul corpo di Natuzza.

“E’ finita in manicomio per obbedienza”

I segni più grandi della santità di Natuzza Evolo, conclude il Postulatore, «li dobbiamo cercare nell’esercizio, se c’è stato, delle virtù cristiane in grado eroico. Quelle virtù che ogni giorno lei ha professato, vissuto, esercitato. Intendo dire: la sua fede, la sua speranza, la sua carità verso Dio e verso il prossimo. E poi, le virtù annesse: la pazienza, l’umiltà, la fortezza, la povertà…Da quello che ci risulta Natuzza non si è mai arricchita, non si è mai mai ribellata contro la Chiesa, ha solo accettato sofferenze e prove difficili con grande sopportazione. È finita anche in manicomio per obbedienza».


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