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Ero colpevole di questo grande peccato e non l’ho mai confessato

ABRAHAM AND THE ANGELS

By Aert de Gelder (1645–1727)

Tom Hoopes - pubblicato il 12/10/20

La storia di questa famiglia vi aiuterà a capire meglio la parabola di Gesù del Giudizio Universale

Di recente ho sentito una storia da uno studente e mi ha suscitato orrore, perché ho visto quanto sia diabolico un peccato comune – un peccato che ho commesso ma non ho mai confessato.

Due estati fa, la famiglia dello studente stava consumando un pasto veloce in un Interstate rest stop. Quando i membri di un’altra famiglia li ha visti fare il segno della croce, hanno detto che avevano “provato una volta ad essere cattolici”.

“Provato ad essere cattolici? Che intendete?”

“Abbiamo iniziato a leggere qualcosa della fede cattolica e ad andare a Messa ogni domenica in una chiesa vicina. Davamo la decima e tutto”, hanno detto. “Siamo andati avanti per un paio di mesi, ma nessuno ci ha mai detto ‘Salve‘. Il parroco non ha mai chiesto chi fossero i nuovi contribuenti. Andavamo a Messa ogni domenica, poi risalivamo in macchina e tornavamo a casa”.

Alla fine sono tornati alla Chiesa protestante da cui si erano allontanati, dove sono stati riaccolti a braccia aperte.

Accidenti. Da allora ho pensato molto a questa storia, e mi sono venuti in mente alcuni motivi per cui dovremmo accogliere gli stranieri nella nostra vita.

Primo: Fatelo perché dovete accogliere lo straniero se volete andare in Paradiso.

La storia di quella famiglia mi ha aiutato a dare un senso alla parabola di Gesù sul Giudizio Universale.

Il re sorprende un gruppo donandogli la salvezza perché “ero forestiero e mi avete accolto”, e sorprende un altro gruppo con la dannazione perché “ero forestiero e non mi avete accolto”.

Qualunque cosa hanno fatto al più piccolo dei Suoi fratelli l’hanno fatta a Lui.

Pensiamo al comandamento di “accogliere il forestiero” come se riguardasse l’immigrazione, ed è così, ma riguarda anche semplicemente il fatto di salutare persone che non si conoscono.

Secondo: Approfittate del trucco che offre la Bibbia e non pensate agli altri come a degli estranei.

Gesù ci offre una scorciatoia al fatto di accogliere il forestiero quando dice di pensare a questo come se si stesse accogliendo Lui. E questo fatto alza notevolmente l’asticella.

La Lettera agli Ebrei fa lo stesso, ma si riferisce ad Abramo che accoglie i tre forestieri che si rivelano angeli che portano un messaggio di Dio capace di cambiare la vita: “Non dimenticate l’ospitalità; perché alcuni praticandola, senza saperlo, hanno ospitato angeli”.

Pensatela così: ogni persona che incontrate è creata a immagine e somiglianza di Dio. C.S. Lewis dice che se li incontraste tra cent’anni sareste tentate di adorarli se sono glorificati in Cielo, o di rifuggirli pieni di terrore se sono all’Inferno. Salutateli con questa consapevolezza.

Terzo: fate come mia moglie, non come me. Non fatelo come se fosse un dovere.

Mia moglie è una persona caritatevole. Io no. Se avessimo un tappeto rosso, lo stenderebbe per gli estranei. Ha invitato delle famiglie nuove dopo la Messa e insegna ai nostri figli a fare attenzione a chi non viene incluso nelle occasioni sociali e a includerlo.

Praticare l’ospitalità senza riluttanza richiede un po’ di preparazione. Secondo San Giovanni Crisostomo, “ogni famiglia dovrebbe avere una stanza in cui Cristo viene accolto nella persona del forestiero affamato e assetato”. O almeno avere un pasto pronto, come mia moglie.

Quarto: la conversazione porta alla conversione.

Gesù ha detto: “Vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri. Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri”.

Come ci ha amati Gesù? Non solo morendo per noi. Ha amato i peccatori mangiando con loro, e ci ama trascorrendo del tempo con noi nei sacramenti. Parla alla gente “cuore a cuore”.

È quello che anche noi dobbiamo fare, con la vera conversione e una preoccupazione che si concentri sulle necessità altrui.

“Rallegratevi con quelli che sono allegri; piangete con quelli che piangono”, dice san Paolo “Non aspirate alle cose alte, ma lasciatevi attrarre dalle umili. Non vi stimate saggi da voi stessi”.

La vostra salvezza potrebbe dipendere da questo. E non solo la vostra.


PRIEST, CONFESSION, MAN

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accoglienza
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