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3 virtù che possiamo imparare dalla recita del Rosario

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Philip Kosloski - pubblicato il 11/10/20
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Il Rosario può insegnarci le virtù dell’obbedienza, dell’umiltà e del distaccoSe il Rosario è fondamentalmente un metodo di preghiera che ci avvicina a Dio, può anche essere definito un “predicatore”, che ci insegna le virtù da imitare.

Padre John Proctor, nel suo libro The Rosary Guide for Priests and People, spiega come il Rosario sia “un predicatore come anche un insegnante. Come insegnante dice cosa si deve credere, come predicatore dice cosa si deve fare… Porta l’uomo alla conoscenza della vita di Cristo, e quindi a seguire le Sue vie, a praticare le Sue virtù, a imitare la Sua vita tra gli uomini”.

Ci insegna la virtù non solo attraverso la meditazione sulla vita di Gesù Cristo, ma anche attraverso la vita della Vergine Maria. “Il Rosario ci rivela, per il nostro incoraggiamento, Maria come modello di tutte le virtù”.

In particolare, padre Proctor propone tre virtù che tutti noi possiamo imparare recitando il Rosario.

1 Umiltà

Attraverso i misteri del Rosario, l’umiltà si diffonde e permea ogni decina.

“L’umiltà è la base del nostro edificio spirituale, senza il quale, come un tempio folle, è destinato a cadere. La si trova in ogni decina. L’Incarnazione è il mistero della più profonda umiltà – l’Altissimo diventa Bassissimo, il Massimo diventa il Minimo, l’Onnisciente un Bambino, il Dio potente un Bambino debole… Nei misteri dolorosi tutto parla dell’umiltà – dal Giardino alla Montagna, un atto prolungato e ininterrotto della più profonda umiltà e umiliazione. Perfino nei trionfi, commemorati nei misteri gloriosi, si medita sull’esaltazione dell’Umile. Anche Maria ci viene rivelata come l’umile ‘ancella del Signore’”.

2 Obbedienza

Una virtù per noi spesso difficile da imparare è l’obbedienza, e anche questa si esplica nel Rosario.

“L’obbedienza, la virtù gemella dell’umiltà, che nasce con essa con la stessa nascita dalla stessa madre, cresce con essa, acquista o perde forza con essa, muore o vive con essa – l’obbedienza è per i misteri del Rosario quello che il filo è per la tela filata. Nostro Signore è venuto – perché? ‘Per fare la tua volontà, mio Dio’. ‘Sia fatta non la mia, ma la tua volontà’ è stato il motto della vita divina sulla Terra”.

3 Distacco

Un’altra virtù difficile sottolineata nel corso del Rosario è il distacco, cioè il fatto di non essere attaccati alle cose terrene.

“Distacco e povertà di spirito. ‘Beati i poveri in spirito’, ha detto Gesù, ma prima di predicarlo a parole lo ha predicato con l’esempio di vita. La stalla, la povera madre, il lavoratore come padre putativo, la povera abitazione, i discepoli che erano gente del popolo, la nudità sulla Croce, la sepoltura in un sepolcro preso in prestito. Sicuramente tutto questo, che ha conquistato il cuore di San Francesco, significava sposalizio e fedeltà a ‘Madonna Povertà’”.