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“Ti amo, ma non ti sopporto”

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Catholic Link - pubblicato il 07/10/20

Come superare le crisi matrimoniali?

di Andrés D’Angelo

«Non sperate di cadere nell’armonia
matrimoniale alla fine della luna di miele.
Per allora non avrete ancora visto a fondo
le debolezze di entrambi».
Blanche Ebbutt

Ecco un simpatico video sui problemi della vita matrimoniale. La creatrice, Viola Baier, ha voluto ritrarre la serie di fraintendimenti che sorgono nei primi anni di matrimonio, e lo fa in modo squisito, usando i pupazzetti della torta come “alter ego” dei protagonisti, una coppia di sposi che chiedono una torta per le loro nozze.

Luna di miele… e poi?

La prima crisi matrimoniale propriamente detta si verifica quando terminano i due periodi che fanno parte dell’inizio di ogni relazione: l’innamoramento e la luna di miele. Finisce il miele e comincia il fiele.

La nostra cultura occidentale ha creato un culto quasi malato dell’amore romantico. I film di Hollywood promuovono questo culto, e c’è una caratteristica fondamentale in tutti loro: terminano con le nozze.

E poi? Dio vi aiuti! Il rapporto tra nuovi matrimoni e divorzi negli Stati Uniti è stato nel 2011 del 53%. Ciò significa che per ogni 100 coppie che si sposano 53 divorziano!

Il romanticismo finisce quando inizia la convivenza. La convivenza durante l’innamoramento, la festa di nozze e la luna di miele sono in genere molto facile, perché si è in un momento magico, e la convivenza si verifica solo in quei momenti magici.

Come accade ai protagonisti di questo cortometraggio, nei primi mesi di convivenza si accumula qualsiasi situazione, e prima o poi scoppia la crisi.

Quando iniziamo a vederci tutti i giorni, quando i “musi lunghi” cominciano ad essere più frequenti, quando affrontiamo la quotidianità, la routine inizia a far sparire le farfalle nello stomaco.

Perché succede questo?

Naturalmente non vogliamo che sia così! Vogliamo recuperare la magia del primo amore! E iniziamo a vedere cos’è cambiato. Visto che nessuno è un bravo giudice della propria causa, il nostro pensiero è questo: “Mio marito/mia moglie è cambiato/a”, “Prima non era così”, “Prima non mi trattava così”, “Non è più lo/a stesso/a”, “Dovrebbe cambiare per tornare com’era”. E non è così.

Non può essere così, perché il periodo dell’innamoramento è terminato. Perché siamo fatti per essere felici insieme, ma approcciamo male la nostra felicità, perché non comprendiamo che consiste nell’essere felici vedendo felice la persona amata.

Quando pensiamo “Ho diritto di essere felice”, stiamo iniziando a scavare la fossa che servirà da sepoltura dell’amore. Non esiste il “diritto di essere felici”. Esiste l’obbligo di essere felici! La felicità non è mai uno stato.

La felicità è un lavoro, qualcosa in cui dobbiamo impegnarci giorno per giorno, che va meritato e conquistato. San Pio da Pietrelcina diceva: “Sposi, non siete innamorati? Eccellente! Ora potete cominciare ad amare”.

Crisi della convivenza

La convivenza è difficile, ma non per questo impossibile! I primi mesi dopo le nozze ci aiutano a tornare con i piedi per terra. Ci rendiamo conto che la persona che consideravamo tanto perfetta ha qualche “problemino” di personalità.

Quando ci innamoriamo, è molto frequente vedere nell’altro qualcosa di indefinibile, magico e misterioso che ci attira con una forza irresistibile. Il problema è che quell’indefinibile mi attira, che l’altra persona è quasi opposta rispetto a me.

Se sono disorganizzato è probabile, normale e frequente che mi senta attirato da una persona molto organizzata. Se sono una persona riservata e tranquilla, è probabile che mi senta attratto da una persona rumorosa e inquieta.

Perché accade questo? Blaise Pascal diceva che “il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce”. Nella mia umile opinione, esistono fattori istintivi che ci portano a scegliere una persona a noi complementare. Si potrebbe arrivare a pensare che ci si troverebbe meglio con una persona molto simile a noi, e tuttavia non è così.

Sto da quasi vent’anni con una persona diametralmente opposta rispetto a me, e il tempo ha dimostrato che è la cosa migliore che potesse accadere. Cerchiamo nell’altro quello che ci manca, ma poi gli aspetti dell’altro che ci sembrano magici e misteriosi sono quelli che ci fanno impazzire nella convivenza quotidiana.

L’innamoramento è “cecità temporanea”

Quando siamo innamorati, giustifichiamo il fatto che l’altra persona sia completamente diversa da noi con frasi che ci servono per ingannarci su quello che con ogni probabilità accadrà quando “finirà la magia”.

Chi è scialacquatore dirà all’avaro con cui si sposa “Sei tanto organizzato con le spese. Nulla sfugge al tuo controllo!”, e viceversa l’avaro dirà allo scialacquatore “Sei così destrutturato, e così libero!”

Tutte queste giustificazioni finiranno necessariamente quando si dovrà gestire insieme il budget familiare (per questo tema vi raccomando la conferenza online “I conti chiari e l’amore intatto”). E allora comincerà una lotta perché l’altro diventi qualcosa che non è, e si inizierà a discutere per ogni centesimo che si spende.

Come accade con l’aspetto economico, ci saranno discussioni anche sull’ordine dentro e fuori casa. I compiti domestici, quanti bambini avere, il lavoro, il colore delle tende, il mantenimento dell’auto, le vacanze, l’affiliazione politica, gli amici… si discuterà de omni re scibili et quibusdam aliis (di tutto ciò che si può sapere e di qualche altra cosa).

Siamo diversi e la convivenza porta alla luce queste differenze, tirando fuori anche il peggio di noi. Non ci verrà mai in mente che dobbiamo adattarci alle nostre differenze. Quello che dovremo fare è cambiare il nostro coniuge, perché si adatti al nostro modo di vedere la vita, e perché sia… qualcosa che non è! E che non può essere!

Le ragioni della crisi

In questo corto vediamo come queste piccole differenze si accumulino in un risentimento che sembra sempre più difficile da vincere. Significativamente, la donna mantiene sul suo vestito di nozze la macchia di vino che niente sembra cancellare, e le piccole differenze iniziano ad essere sempre più difficili da superare, sempre più irrecuperabili.

La scena della torta di nozze termina con un’altra immagine significativa: l’uomo vuole che la donna abbia “un petto migliore”, e lei inizia a dirgli che la sua pancia lascia a desiderare e che sarebbe meglio avere più muscoli.

Quando le coppie arrivano a questo punto non accettano più l’altro com’è, ma lo vogliono “a propria immagine e somiglianza”. Inizia la violenza, e inizia la fine del matrimonio.

E qui si inserisce alla perfezione la frase di Marlene Dietrich: “La maggior parte delle donne si impegna a cambiare un uomo, e quando riesce a farlo non le piace più”. E non sono solo le donne a voler cambiare il marito.

Anche noi uomini vogliamo che le nostre mogli smettano di “darci fastidio”, ma in fondo quello che vogliamo dire con quel generico smettere di “darci fastidio” è che non siano donne!

Risolvere le crisi di convivenza prima che si verifichino

La crisi dell’inizio della vita coniugale si verifica perché siamo chiamati a formare una squadra, a mettere il meglio di noi per formare un’équipe formidabile, imbattibile nella vita.

La prima condizione per formare una buona squadra è riconoscere le qualità di ogni giocatore, metterlo a fare ciò che sa fare meglio. Nessuno si lamenta se Messi non tira bene i rigori, perché a nessuno verrebbe in mente di dargli quel compito.

Nessuno si lamenta se Diego Altube (l’attuale portiere del Real Madrid) non è uno di quelli che segnano di più, perché a nessuno verrebbe in mente di tirar via uno dei migliori portieri del mondo lasciando la porta senza difese.

Perché la crisi iniziale del matrimonio non si verifichi, la chiave è sapere con chi ci si sposa e amarlo con le sue luci e le sue ombre. Non ci si può aspettare che il coniuge sia qualcosa che non è, né farsi illusioni sul fatto che lo si cambierà nel tempo.

Questo non succede, e quando succede inizia ad esserci una crepa nella coppia, perché si forza l’altro ad essere qualcosa che non è. Ovviamente si può cambiare per migliorare e maturare, ma entro i limiti di quello che siamo realmente, e non quelli relativi a ciò che l’altro vuole che siamo.

Per poter formare una squadra formidabile e imbattibile, dobbiamo conoscere in modo approfondito la persona con cui ci sposeremo, e perché questa conoscenza sia completa dobbiamo averla vista per quello che è.

Per questo, i periodi di innamoramento e fidanzamento che precedono il matrimonio dovrebbero durare non meno di 18 mesi e non più di 36. Gli psicologi riconoscono che salvo patologie l’innamoramento “magico e misterioso” dura tra i 12 e i 18 mesi, e che le coppie si stabilizzano con l’accettazione dell’altro circa tre anni dopo essersi conosciute.

L’assistenza della grazia

Quando i farisei interrogano Gesù sul divorzio, Egli dice loro che Mosè ha permesso il ripudio per la durezza dei cuori dei loro padri, ma che da quel momento chi disprezza la moglie commette adulterio.

Per poter avere una convivenza pacifica, per poter formare l’équipe formidabile, dobbiamo essere assistiti dalla grazia santificante.

Spesso dimentichiamo che il matrimonio è un sacramento, ovvero un “segno visibile ed efficace della grazia”, e che quindi dobbiamo ricorrere al sacramento per la nostra santificazione personale e coniugale.

E come si ricorre alla grazia sacramentale? Andando alla fonte della grazia, che non è altro che Nostro Signore! Dobbiamo rinnovare le nostre promesse con ogni Eucaristia, chiedendo a Nostro Signore le grazie necessarie per fare del nostro matrimonio una casa fondata sulla roccia, che è Cristo. Pregare per la nostra santificazione, per quella del nostro coniuge e dei nostri figli.

Solo in questo modo potremo avere un matrimonio santo, un matrimonio che sia luce per il mondo e che ci permetta di attraversare le crisi coniugali, che continueranno a verificarsi ma che con l’assistenza della grazia saranno molto più lievi e facili da affrontare.

Per concludere, vi invito a godervi la conferenza online “Ti amo… ma non ti sopporto”. Sono sicuro che la adorerete, ed è gratis!

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link.

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