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L’amore non è riconoscere il prossimo ma farsi prossimi

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Zhuk Roman - Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 05/10/20

La parabola del buon Samaritano è davvero una mappa da seguire per comprendere cosa sia l’amore

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».

Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così». (Lc 10,25-37)

«Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?». Ci sono domande autentiche, e poi ci sono domande retoriche. Le prime conducono alla verità, le seconde invece sono solo modi per cercare di avere sempre ragione. La bellissima domanda che viene posta a Gesù ha il difetto di essere stata posta per metterlo alla prova e non per trovare la verità. Per questo Gesù risponde domandando a sua volta quello che c’è scritto nella Legge. “Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso». E Gesù: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai»”. Ma chi conosce teoricamente la risposta ha però bisogno di comprendere anche qual è il vero senso di ciò che conosce. Il dottore della legge che ha interrogato Gesù chiede ulteriori spiegazioni perché vuole giustificarsi, ma imprevedibilmente si ritrova con una spiegazione che gli cambia completamente prospettiva. E’ così che nasce la parabola del buon Samaritano, per dare spiegazioni a un uomo così. Ciò che conta, però, è che quello che spiega Gesù nella parabola è davvero una mappa da seguire per comprendere in pratica che cosa sia l’amore. La scena è semplice: un uomo ha una brutta esperienza con dei briganti. Lo derubano, lo picchiano e lo lasciano mezzo morto a terra. Passano prima un sacerdote e poi un levita, ma tirano dritto senza fermarsi. Invece un Samaritano passando si ferma, lo soccorre, lo carica sul suo giumento, lo porta in una locanda, paga per lui. Ecco la grande lezione: l’amore è il contrario dell’indifferenza.L’amore è compromissione con la vita di chi “casualmente”, come dice il Vangelo, incrociamo nella nostra vita. L’amore non è riconoscere il prossimo ma farsi prossimi, diventare noi ciò che cerchiamo negli altri. Nessuno, dopo una spiegazione simile, può accontentarsi di sapere solo la teoria, perché l’amore è una questione pratica.
Luca 10,25-37

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