Nel pomeriggio ad Assisi Francesco celebra la Messa e sigla la sua terza Enciclica, ringraziando alla fine per il lavoro di preparazione del documento svolto dalla Prima Sezione della Segreteria di Stato. Prima della celebrazione la sosta dalle claustrali di Spello e quindi dalle clarisse del Protomonastero di Santa Chiaradi Debora Donnini – Città del Vaticano
È un luogo piccolo, di raccoglimento, eppure visitato ogni anno da migliaia di persone dai 4 angoli del globo. Nella cripta della Basilica inferiore, Papa Francesco celebra la Messa e al termine, sulla tomba del Poverello d’Assisi, firma la sua terza Enciclica, “Fratelli tutti”, dedicata alla fraternità e all’amicizia sociale, valori quanto mai imprescindibili per ridare speranza e slancio a un’umanità ferita anche dalla pandemia di Covid-19. Un’Enciclica che prende il suo nome dalle parole scritte da san Francesco e che sarà presentata domani. Alla firma, segue subito l’applauso dei presenti.
La gratitudine alla Prima Sezione della Segreteria di Stato
Papa Francesco non ha tenuto l’omelia. Sono la preghiera, il silenzio, la semplicità a scandire questa visita che, per desiderio del Papa a causa della situazione sanitaria, si svolge senza alcuna partecipazione dei fedeli.
E la liturgia è proprio quella della festa di San Francesco, che la Chiesa celebra il 4 ottobre. Subito prima della firma, il Papa ha voluto ringraziare la Prima Sezione della Segreteria di Stato che ha lavorato alla stesura e alla traduzione dell’Enciclica.
Adesso firmerò l’Enciclica che porta sull’altare monsignor Paolo Braida, che è l’incaricato delle traduzioni e anche dei discorsi del Papa, nella Prima Sezione. Lui sorveglia tutto e per questo ho voluto che lui fosse presente qui, oggi, e mi portasse l’Enciclica. Anche, con lui sono venuti due traduttori: don Antonio, traduttore della lingua portoghese: ha tradotto dallo spagnolo al portoghese; e don Cruz che è spagnolo e un po’ ha sorvegliato le altre traduzioni dall’originale spagnolo. Lo faccio come un segno di gratitudine a tutta la Prima Sezione della Segreteria di Stato che ha lavorato in questa stesura e traduzione.
Le soste dalle monache di Spello e Assisi
Nel viaggio verso Assisi il Papa ha fatto sosta presso il Monastero di Vallegloria a Spello, quindi giunto nella città di San Francesco ha compiuto una una breve sosta al Protomonastero di Santa Chiara per salutare le monache clarisse. Raggiunta poi la Basilica, che dal 1230 custodisce le spoglie del Santo umbro, il Pontefice è stato accolto dal custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti. Alla celebrazione eucaristica hanno partecipato anche una ventina di frati, alcune religiose, assieme al vescovo della diocesi, Domenico Sorrentino, e al cardinale Agostino Vallini, legato pontificio per le basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli in Assisi. È la quarta volta che Papa Francesco si reca ad Assisi.
Qui l’articolo originale pubblicato su Vatican News