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Cristianofobia: in 7 mesi assassinati 178 cristiani in un solo Stato della Nigeria

CHRISTIANS NIGERIA; ATTACKS; FR ETUBE

Aid to the Church in Need

Aleteia - Aiuto alla Chiesa che Soffre - pubblicato il 01/10/20

Solo negli ultimi sette mesi sono stati assassinati 178 cristiani nella zona meridionale dello Stato nigeriano di Kaduna, scenario di attacchi costanti e codardi contro le comunità cristiane perpetrati dai fanatici musulmani, soprattutto jihadisti di Boko Haram. Le informazioni sono della Fondazione Pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), alla quale i vescovi della regione hanno dichiarato:

“Nuvole nere di violenza avvolgono la nostra terra. Il nostro Paese è nelle grinfie del mietitore – la morte. Negli ultimi anni, gli autori di questa violenza si sono impossessati della terra e hanno fatto mettere sulla difensiva le nostre forze di sicurezza. Oggi quasi tutti gli Stati del nord della Nigeria sono nelle mani di quanti perpetrano violenza e morte. Negli ultimi tre anni siamo stati testimoni di attacchi e saccheggi incessanti contro intere comunità da parte dei malviventi in Stati come Benue, Kebbi, Plateau, Kaduna, Katsina, Nasarawa, Niger, Sokoto e Zamfara. Migliaia di vite sono state spezzate da questi banditi, che agiscono con una crudeltà implacabile. Le devastazioni di Boko Haram, degli allevatori di bestiame, dei sequestratori e dei malviventi hanno trasformato tutti noi in vittime”.

ACS ha riferito la deposizione di padre Sam Ebute, missionario della Società delle Missioni Africane (SMA), con sede a Kagoro. A luglio, 21 dei suoi parrocchiani sono stati assassinati:

“È accaduto verso le 23.20 del 21 luglio nel villaggio di Kukum Daji, a circa dieci minuti di macchina da Kagoro. La comunità stava svolgendo un incontro di giovani quando all’improvviso si sono sentiti spari e grida. Hanno capito subito di cosa si trattava, perché avevano già visto accadere la stessa cosa ad Agwala, Doka, Kaura e Zangon Kataf. In meno di due ore, i banditi hanno assassinato 17 giovani, soprattutto ragazze, e altre quattro persone sono morte mentre venivano portate in ospedale o una volta arrivate lì, per un totale di 21 morti. Altre 30 persone sono rimaste gravemente ferite e hanno dovuto essere ricoverate negli ospedali di Kafanchan e Kaduna. Nel 2017 ho dovuto seppellire una donna che era stata assassinata con i suoi quattro figli di notte. Nel 2018, anche nella parrocchia di Tsonje hanno dovuto seppellire quattro persone assassinate. Nel 2019 a Zunruk sette giovani sono stati uccisi in pieno giorno mentre giocavano a calcio. Nelle ultime settimane abbiamo seppellito i parrocchiani senza alcuna prospettiva della fine di questa tragedia. Gli ultimi assalti hanno terrorizzato tutti, lasciando soprattutto con la paura dell’ignoto, perché non sappiamo quando si verificheranno i prossimi attacchi e cosa li provocherà. Non possiamo praticare la nostra fede in pace. Non confidiamo neanche nella sicurezza delle nostre case. Nonostante tutto, devo restare a disposizione per consolare i fedeli, pregare per loro e incoraggiarli a conservare la fede in Dio e a rimanere saldi. Offriamo sostegno spirituale, morale e materiale come meglio possiamo. Il popolo del sud di Kaduna, nella sua sofferenza, si sente abbandonato dal governatore. Il Governo non prende misure decisive per fermare la minaccia. Questo è l’aspetto più devastante e frustrante. Un’altra cosa difficile è predicare il perdono, la riconciliazione, la pace e l’amore alle persone il cui sostentamento è stato strappato, la cui prosperità diminuisce e viene distrutta a causa di questi attacchi. In questa situazione mi sento confortato perché Dio non è morto e ci sta osservando. Il Suo tempo arriverà. Nel Salmo 46,10 ci ha detto di confidare in Lui. Il sangue di questi martiri non sarà versato invano”.

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