La testimonianza di Philippe e Charlotte, che prima si sono sentiti impotenti e poi hanno scoperto un tesoro nella malattia dei loro figli
Philippe e Charlotte Franc, entrambi di 80 anni, genitori di quattro figli e nonni di nove nipoti, offrono oggi la testimonianza di tutta una vita. Una vita segnata da tante difficoltà e caratterizzata dalla malattia mentale del figlio Benoît e della figlia Brigitte, entrambi affetti da una schizofrenia diagnosticata loro quando avevano rispettivamente 15 e 24 anni.
In questi anni difficili, hanno provato a “risvegliare il loro cuore a queste angosce sconosciute”, come dicono con delicatezza. Una scommessa che hanno affrontato con immensa energia, dispiegata soprattutto in associazioni che si dedicano alle malattie mentali, come Unafam e Relais Lumière Espérance, nelle quali sono stati coinvolti per molti anni.
Philippe e Charlotte hanno appena diffuso una testimonianza magnifica nel libro L’espérance est un chemin escarpé (“La speranza è un cammino in salita”), pubblicato l’11 settembre dalla casa editrice francese Mame.
Attraverso la vostra testimonianza volete spezzare il silenzio che circonda le malattie mentali. Cosa deve sapere la società?
Charlotte Franc: Anche se qui in Francia la disabilità provocata da una malattia mentale è stata riconosciuta ufficialmente nel 2005, grazie a Jacques Chirac, che ha dovuto affrontare i disturbi di sua figlia, al giorno d’oggi c’è ancora una grande ignoranza nei confronti di questo tipo di malattie. Si continuano ad assimilare all’immagine del lunatico o del “pazzo pericoloso”, trasmessa forse dalla stampa quando si parla dei rari atti di violenza commessi da persone con malattie mentali.
La realtà, però, è che è molto più frequente che i malati mentali siano oggetto di scherno, rifiuto e a volte perfino violenza. È vero, le malattie mentali sono difficili da capire e fanno paura. Quando la ragione non è più capace di gestire le situazioni, le emozioni, e questo provoca comportamenti imprevedibili e incontrollabili è inquietante, è vero, ma non per questo bisogna abbandonare queste persone come rifiuti della società!
Sembra che le disabilità intellettive ottengano sempre più riconoscimento. Che differenza c’è con le malattie mentali?
Charlotte Franc: La disabilità intellettiva è caratterizzata da una mancanza intellettiva stabile, che spesso suscita compassione. Non richiede necessariamente un trattamento farmacologico. La malattia mentale non altera le capacità intellettive, influendo sul comportamento. Una persona con una malattia mentale ha bisogno di un trattamento con farmaci e terapia psicologica. Il suo comportamento è imprevedibile, e quindi sconcertante per gli altri. Non suscita facilmente benevolenza. Ricordo un giorno in cui Benoît doveva giocare una partita ma è stato assalito da un’angoscia molto forte e non è riuscito a uscire dal letto. I suoi compagni di squadra non lo capivano e lo hanno rimproverato molto, e non lo hanno convocato più. La malattia mentale non si vede a prima vista. I cambiamenti d’umore, le ossessioni, l’angoscia, non si individuano immediatamente, ed è questo che rende tanto difficile il loro riconoscimento.