separateurCreated with Sketch.

Cosa è stato della Santa Croce su cui è morto Gesù?

CROSS,SUNSET
whatsappfacebooktwitter-xemailnative
Maria Paola Daud - pubblicato il 28/09/20
whatsappfacebooktwitter-xemailnative

E come ha fatto Sant’Elena a riconoscerla?Buona parte della croce su cui è stato inchiodato Gesù si trova nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme, a Roma, chiamata così proprio perché venne costruita per conservare questa venerata reliquia della Passione di Cristo.

Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, la fece portare a Roma in occasione di uno dei suoi viaggi in Terra Santa nel 325 d.C., e si dice “in Gerusalemme” perché la base contiene la terra consacrata del monte Calvario. Nell’antichità era molto importante per i pellegrini visitare questa basilica, perché sentivano di trovarsi proprio a Gerusalemme.

Santa Croce in Gerusalemme

LPLT|Wikipedia|CC BY-SA 3.0

Socrate Scolastico (nato verso l’anno 380) dice che Elena, dopo aver fatto distruggere un tempio pagano che si trovava sul luogo del sepolcro, trovò tre croci e il Titulus Crucis, e che per riconoscere quale fosse quella autentica le avvicinò a una donna moribonda che guarì miracolosamente subito dopo il contatto con la “vera Croce”.

Dove ora si erige la basilica c’era anticamente la villa della santa, che in seguito a varie modifiche ha assunto la forma che vediamo oggi.

In occasione di un restauro effettuato per ordine del cardinal Mendoza ( 1478-1495) venne ritrovato in una cassa murata nell’arco absidale della chiesa il Titulus Crucis, la tavola con le iscrizioni in tre lingue – ebraico, greco e latino – che indicava la motivazione della condanna a morte.

L’iscrizione in ebraico ha varie interpretazioni, mentre è più chiara in greco – IS NAZARENUS B[ASILEUS TVN IOUDAIVN] – e in latino – I. NAZARINVS RE[X IVDAEORVM] (Gesù il nazareno, re dei Giudei).

titulus

EMajor
Titulus Crucis

Nella cappella in cui si trova attualmente il legno della Santa Croce sono ospitate anche altre reliquie: frammenti della grotta della Natività e del Santo Sepolcro, la falange del dito di San Tommaso, il patibolo del buon ladrone e due spine della Corona di Gesù.

Alla cappella si accede attraverso un corridoio che simboleggia l’ascesa al calvario.

Tutti i pellegrini che la visitano cercano in genere la croce come la conosciamo simbolicamente, e restano perplessi trovando solo la parte traversa, perché l’altra è stata divisa in vari pezzi venerati in diverse parti del mondo. Si dice anche che varie chiese di Roma conservino nella loro pietra angolare un frammento della croce.

Il riconoscimento della vera Croce da parte di Sant’Elena

Molte opere d’arte rappresentano il momento in cui Sant’Elena ha riconosciuto la vera Croce, narrando la Legenda Aurea su questo episodio della storia del cristianesimo.

La Legenda Aurea è la serie di biografie agiografiche composte in latino dal frate domenicano Jacopo da Varazze, vescovo di Genova, che raccolse questi scritti dal 1260 alla sua morte, avvenuta nel 1298. Il frate ha raccolto circa 150 vite di santi e ha scritto una trentina di capitoli dedicati alle principali feste liturgiche, cristologiche e mariane, a cui si uniscono i racconti collegati alla leggenda della Vera Croce.

Molti artisti, tra cui grandi nomi come Piero della Francesca, Giotto, Masolino o Agnolo Gaddi, si sono ispirati alla Legenda Aurea per realizzare le proprie opere.

Guardando il quadro di Gaddi ci si può fare un’idea visiva di come Sant’Elena abbia trovato e saputo qual fosse la vera Croce di Cristo.

Il dipinto è come diviso in due parti, mostrando due episodi.

 

Il primo, a destra, mostra Sant’Elena, facilmente riconoscibile dall’aureola, vestita di rosso; accanto a lei si trova San Macario, vescovo di Gerusalemme, che accompagnò la madre di Costantino sul Golgota alla ricerca della vera Croce e che indica un pozzo in cui trovavano tre croci, con l’elevata possibilità che una di queste fosse quella di Cristo.

Le tre croci erano tuttavia identiche, e Sant’Elena, per timore di venerare la croce di un criminale, le fece appoggiare su una donna gravemente malata, che si riprese venendo a contatto con quella autentica.

VERA CROCCE

Public domain

La santa fece poi trasportare la vera Croce a Roma e fece costruire in uno dei suoi palazzi la basilica di Santa Croce in Gerusalemme per venerarla insieme ad altre reliquie della Passione.