Nel 94° anno del suo svolgimento, la devozione va avanti nonostante la pandemia
Se le strade di New York City potessero parlare, racconterebbero mille storie di fede. Ovviamente ci sarebbero anche storie di crimini e caos, ma questa è un’altra storia.
Se potessero davvero parlare, vi donerebbero storie di santi come Madre Cabrini, Elizabeth Ann Seton e il venerabile Pierre Toussaint, che per servire Dio hanno servito la popolazione immigrata. Parlerebbero dell’arcivescovo Fulton J. Sheen che entrava nell’Adelphi Theater sulla 52nd Street per registrare il suo spettacolo Life is Worth Living, e degli immigrat che hanno portato le devozioni della propria patria attraverso mari tempestosi, aggiungendole alla ricca diversità della cultura cattolica di New York.
Le strade della città che non dorme mai hanno visto di tutto.
Baxter Street a Little Italy ha una storia tutta sua. Perché? È nata come un inferno.
Chiamata in origine Orange Street, si trovava dietro il Collect Pond, una fogna riempita così tanto che vi sono state costruite delle piccole case che alla fine sono sprofondate nella terra fetida, creando il progetto urbanistico meno allettante della storia.
È anche il corridoio principale attraverso la famosa zona dei “Five Points” di Lower Manhattan, un luogo alla mercè delle bande e di abitazioni soprannominate “Dens of Death” (Tane di Morte) dall’iconico fotografo dell’epoca, Jacob Riis, le cui potenti immagini illustravano tremende condizioni di vita e un’enorme povertà che spesso si pensava fossero presenti solo nei Paesi più poveri.
È anche il posto in cui è stato inventato il tip tap, una sorta di trionfo dei primi rapporti interrazziali, visto che è nato grazie a ballerini irlandesi e di colore in una taverna nella zona meridionale.
Per scacciare lo stigma venne poi ribattezzata prendendo il nome da Charles Baxter, un legislatore che morì combattendo nella guerra messicana, un brav’uomo. La vera salvezza di Baxter Street è arrivata nel 1888 con la fondazione della parrocchia del Preziosissimo Sangue, una prima casa per gli immigrati italiani che cercavano un luogo per adorare che non fosse il seminterrato della cattedrale di Old St.Patrick.
La chiesa è diventata l’epicentro della comunità cattolica italiana e la patria di tante devozioni, tra le quali la famosa festa di San Gennaro.
Il 19 settembre 1926, un gruppo di immigrati provenienti da Napoli commemorò la festa del loro santo patrono con una Messa seguita da un piccolo gruppo di persone sul retro della chiesa, davanti a Mulberry Street.
Il resto è storia.