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I 5 libri più belli della settimana scelti per le donne

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Annalisa Teggi - pubblicato il 25/09/20

Questa settimana vi propriamo un carteggio d'amore d'altri tempi, un thriller scientifico e alcuni scorci insoliti sulla fede.

C’era una volta un bravissimo scrittore che era anche uno strano lettore, Federigo Tozzi. Sentite che metodo seguiva per valutare se un libro era scritto bene o male:

Apro il libro a caso; ma, piuttosto, verso la fine. Prima di leggere (prego credere che non c’è da ridere troppo) socchiudo gli occhi, per una specie d’istinto guardingo, come fanno i mercanti quando vogliono rendersi conto bene di quel che stanno per comprare. Finalmente, assicuratomi che non sono in uno stato d’animo suscettibile a lasciarsi ingannare, mi decido a leggere un periodo: dalla maiuscola fino al punto. Da com’è fatto questo periodo, giudico se ne debbo leggere un altro. (da Come leggo io)

Oltre a essere un metodo di lettura è uno specchio: come guardi la tua vita? Se ti prendessero alla sprovvista, e aprissero una pagina a caso della tua vita, cosa troverebbero? Tozzi, a sua insaputa, aveva escogitato la bomba per far saltare per aria la trappola del selfie: quel modus vivendi che mostra una facciata ritoccata con tanti filtri, ed esclude i lati meno fotogenici.

Il detto vuole che un libro non vada giudicato dalla copertina, ed è proprio quello che Tozzi mette in pratica. Siamo schiavi dell’inquadratura migliore, del presentare un profilo sempre adatto e adeguato al momento e alle circostanze. Cosa accadrebbe se gli scorci che gli altri vedono di noi fossero momenti presi a caso dalla nostra vita, magari scomposti? Quei momenti in cui noi ci detestiamo, e pensiamo: “Per fortuna non mi ha visto nessuno”. Quei momenti in cui facciamo fatica a perdonarci. Dietro impalcature di presunta e costruita presentabilità cosa c’è? C’è un essere vivente. La scrittura come la vita non si misura sulla presentabilità ma sulla voragine aperta, il cantiere con i martelli pneumatici, che è il nostro esserci. Siamo fili elettrici pericolosi, e cerchiamo di coprire questa scossa con il rivestimento in plastica. Tozzi va a togliere questo rivestimento, vuole vedere il filo elettrico scoperto. E tu, hai il coraggio di farlo?

Spesso l’abilità di uno scrittore si valuta su quanto la trama che costruisce sia articolata e clamorosa, allo stesso modo spesso finiamo per giudicare il valore di una vita da ciò che succede. Mi pare molto affine a Dio lo sguardo di Tozzi, penso che nostro Padre ami osservarci nei momenti a cui noi stessi non badiamo e che gli altri trascurano; è lì che lui si innamora di noi, quando siamo e basta. E questo è liberante e strepitoso.

Vi lascio ai nostri consigli di lettura settimanali, troverete un tocco di romanticismo vintage e un thriller scientifico. Come scorcio femminile c’è un ritratto di Marta di Betania fuori dai soliti stereotipi e c’è un’autrice che osa porsi faccia a faccia con l’enigma della morte. Da un monaco cistercense, invece, possiamo riscoprire il grande tesoro della lectio divina.

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