Il cantautore si racconta a Famiglia Cristiana: in “Un’altra vita” «si parla del Paradiso e allo stesso tempo di un evento molto terreno, la scomparsa di mia madre. Forse è la canzone più religiosa che abbia mai scritto».
«Io e mia moglie abbiamo conosciuto alcuni preti brasiliani: sono giovani, simpatici e molto in gamba. Sono parroci di paesi qui intorno. Ci incontriamo e chiacchieriamo di tutto in modo molto “sportivo”».
Paolo Conte, 83 anni, ha aperto casa sua a Famiglia Cristiana alla vigilia dell’uscita, al cinema, dal 28 al 30 settembre, del documentario di Giorgio Verdelli dedicato alla sua carriera.
Il Paradiso
Una sua canzone, “Un’altra vita“, recita così: «Un’altra vita verrà e un’altra vita sarà. Oltre le lune e gli uragani e le tue mani sopra le mie mani».
In questi versi si allude al trascendente: «Sì, si – conferma Conte – parla del Paradiso e allo stesso tempo di un evento molto terreno, la scomparsa di mia madre. Forse è la canzone più religiosa che abbia mai scritto».
Futuro e Messia
Il cantautore si definisce un uomo tradizionalista. «Un po’ sì. Prima di avventurarmi nella tecnologia, ci penso parecchio: sono ancorato alle mie abitudini. Ho poi delle preferenze artistiche, in particolare per gli anni Venti dello scorso secolo. Ma per il resto, non sono un nostalgico».
Nei confronti del futuro ha dubbi, ma anche una aspettativa importante: «In questo caso sono io ad avere una bella valigia di perplessità. Penso che debba arrivare un Messia», inteso in senso spirituale.
Celentano e la religione
Infine, Famiglia Cristiana gli chiede se ha mai parlato col suo amico Adriano Celentano, che è molto credente, di religione. «Eccome. Ma mi ha trovato in un momento in cui era appena morto mio padre e io ero un po’ sbandato».