separateurCreated with Sketch.

La vicinanza del Papa attraverso i nuovi media durante la pandemia

WECA GISOTTI PAPA
whatsappfacebooktwitter-xemailnative
whatsappfacebooktwitter-xemailnative

Il tutorial con Alessandro Gisotti, vicedirettore editoriale del Dicastero Vaticano per la Comunicazione.A pochi giorni dalla LIV Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, in compagnia di Fabio Bolzetta, presidente WeCa, Alessandro Gisotti riflette su come il Papa, attraverso i nuovi media, abbia fatto sentire la propria vicinanza in questi mesi difficili, dalla trasmissione in streaming delle messe mattutine a Casa Santa Marta all’indimenticabile veglia di preghiera, il 27 marzo scorso, sul sagrato “deserto” di Piazza San Pietro.

«Anche in una situazione così eccezionale, inedita e imprevista come il lockdown – spiega Gisotti – papa Francesco è riuscito a farsi presente anche attraverso la tecnologia, facendosi vicino, in un modo straordinario e in un tempo straordinario, alla gente che soffre. La Messa mattutina è diventata un appuntamento per tantissime persone, non solo credenti. Non si è dimenticato nessuno nelle sue intenzioni di preghiera, dai governanti alle donne delle pulizie negli ospedali. Si è creata un’onda d’amore, un contagio di misericordia ancora più forte di quello del virus».

Gisotti si sofferma sulle ragioni della scelta che ha portato all’interruzione delle dirette mattutine da Santa Marta in occasione della riapertura delle celebrazioni con il popolo in molti paesi: «Il Papa ha messo in guardia contro la “virtualizzazione” della Chiesa. La Chiesa è basata sulla comunità attorno all’Eucaristia: quando in Italia e non solo si è potuto – ringraziando Dio – tornare a celebrare i sacramenti, ha detto: “Adesso è il momento di tornare alla familiarità comunitaria con il Signore, all’Eucaristia”».

Decisivo anche il «momento profetico» della veglia di preghiera del 27 marzo: «Piazza San Pietro, in qualche modo, non è mai stata così piena. Grazie ai mezzi di comunicazione quella piazza abbracciava il mondo intero. Accanto a quelle immagini che non potremo dimenticare, di un’intensità che a me ha ricordato quelle di San Giovanni Paolo II che abbracciava la croce nella sua ultima via Crucis alla quale partecipò dalla sua cappella privata, è stato straordinario quello che ha detto Francesco: “Nessuno si salva da solo”. Questo virus ci ha drammaticamente dimostrato che siamo tutti uguali».

Un’occasione per tornare alle parole contenute nel messaggio che papa Francesco ha preparato per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali appena vissuta: «Mi ha colpito rileggere questo messaggio, pubblicato prima dell’emergenza, alla luce delle tante storie buone, che abbiamo raccontato in questo periodo. Papa Francesco ha ricordato che noi tutti, non solo i giornalisti e gli operatori della comunicazione, abbiamo bisogno di storie belle, di storie vere, ed è importante sottolineare come le storie buone siano storie vere, rispetto ad un cliché che oggi vorrebbe derubricare a buonismo ciò che è buono. Il buono è bello ed è vero. Pensiamo alle testimonianze di quelli che Francesco chiama “i santi della porta accanto”, gli infermieri, i medici, le persone chiamate a vivere la loro quotidianità anche rischiando, i tanti sacerdoti morti nel Nord Italia. Sono storie di vita quotidiana che meritano di essere raccontate e di essere fissate nella memoria».

I tutorial WeCa continueranno ad essere dedicati all’emergenza Coronavirus per raccontare le esperienze positive su pastorale e nuove tecnologie di parrocchie, associazioni e ordini religiosi.

I tutorial WeCa sono una proposta dell’Associazione WebCattolici Italiani (WeCa) in sinergia con l’Ufficio nazionale per le Comunicazioni Sociali della CEI e il Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media all’Informazione e alla Tecnologia (Cremit) dell’Università Cattolica di Milano. Oltre alla diffusione tramite i social network e sul sito www.weca.it i tutorial vengono trasmessi sulle televisioni del circuito Corallo Sat, sono in podcast su Spotify e sui dispositivi Alexa.